Economia

I tassi non spaventano la Bce: "Accelerare l'acquisto di bond"

Lagarde: "Le tensioni sono transitorie". Pochi i rischi di una ripresa troppo sprint. No a ipotesi di politiche più restrittive

I tassi non spaventano la Bce: "Accelerare l'acquisto di bond"

La Fed temporeggia, la Bce agisce. Senza fretta, però. Per quanto il rialzo dei rendimenti dei bond sovrani sia una spina nel fianco, l'Eurotower sceglie come metodo di contrasto di cambiare in modo significativamente più alto il ritmo degli acquisti di titoli, ma solo a partire dal secondo trimestre. Inoltre, la potenza di fuoco del Pepp rimane invariata a 1.850 miliardi di euro. Due punti cruciali che hanno permesso ieri di trovare una convergenza assoluta all'interno del direttivo su ciò che va fatto. Ben diversa sarebbe stata la reazione della Bundesbank e degli altri falchi se Christine Lagarde avesse premuto per imprimere da subito un'accelerazione allo shopping, accompagnandola da un irrobustimento del piano contro la pandemia. La scelta prudente, a giudicare dalla reazione dei mercati, ha comunque pagato: lo spread tra Btp e Bund è sceso a 93,1 punti base rispetto ai 99 di mercoledì scorso, mentre i tassi dei decennali sono calati allo 0,59% dallo 0,67% dell'altro ieri.

L'effetto calmante si è visto benchè la mossa dell'istituto di Francoforte non sia stata corroborata da un dettaglio non marginale: cioè di quanto sarà aumentato il controvalore delle obbligazioni comprate, visto che nelle ultime due settimane gli acquisti si erano ridotti a 12 miliardi, contro i 18 a settimana dal lancio del programma, nel marzo 2020. Un rallentamento che qualcuno aveva interpretato come le prime prove tecniche di tapering. Non è invece ancora il momento della ritirata, anche se l'ex numero uno del Fmi ha precisato di non avere un numero in mente, di non aspettarsi un enorme aumento a partire da lunedì prossimo perché c'è ancora un buon numero di rimborsi da fare e stiamo iniziando solo oggi e puntualizzato come non sia nostra intenzione gestire in modo granulare il pacchetto di stimoli. Posto che il rialzo non è benvenuto (i rendimenti medi del 10 anni sono arrivati a sfiorare lo 0,18% da -0,26% di dicembre) e che non stiamo controllando la curva dei rendimenti, ciò che più preme alla Bce è evitare il rischio che le tensioni sui bond si traducano in un prematuro inasprimento delle condizioni di finanziamento in tutti i settori economici, con gravi ripercussioni sulla ripresa. Campagna vaccinale permettendo, c'è del resto da tradurre in realtà la fresca proiezione della banca centrale che colloca al 4% la crescita del Pil quest'anno, seguita da un +4,1% nel 2022 e da un +2,2% l'anno successivo. Nel complesso - ha spiegato la leader dell'Eurotower -, i rischi che circondano le prospettive di crescita a medio termine sono diventati più equilibrati.

Una recovery da difendere a denti stretti mentre l'inflazione rialza la testa (è vista salire all'1,5% quest'anno dall'1% delle stime di fine anno) per ragioni che la Bce giudica di carattere transitorio e legate ai rincari dei prodotti energetici. Sullo sfondo, l'incognita del piano Biden da 1.900 miliardi di dollari. Lagarde glissa: Avrà un impatto, anche se non dobbiamo sovrastimarlo.

Lo vedremo fra tre mesi, quando metteremo a punto le nostre previsioni di giugno.

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