Economia

Iliad: "In Italia avanti da soli". Guerra dei prezzi sulla fibra

Il gruppo debutta a 15,99 euro al mese, ma è solo per chi è anche cliente mobile. E Tim arriva al bivio Kkr

Iliad: "In Italia avanti da soli". Guerra dei prezzi sulla fibra

«Avanti da soli come abbiamo fatto in questi tre anni e mezzo di attività». Lo ha detto Benedetto Levi, ad di Iliad in Italia, circa le indiscrezioni, circolate nei giorni scorsi, che scommettevano su una possibile fusione con le attività di Vodafone nel nostro Paese. Ieri Iliad, dopo aver rivoluzionato le tariffe della telefonia mobile in Italia, ha lanciato la sua offerta per la telefonia fissa. La proposta appare più golosa per chi è già cliente Iliad nel mobile, che pagherà, con addebito su carta di credito, 15,99 al mese; rimane invece sostanzialmente allineata al mercato per gli altri utenti: 23,99 al mese. Forse anche per questo Tim non ne ha risentito molto in Borsa, dove ha chiuso a -0,39% a 0,41 euro. In ogni caso, a pesare su Tim è principalmente il clima di incertezza dopo l'offerta promossa dal fondo americano Kkr. Oggi la società presieduta da Salvatore Rossi si riunirà per esaminare il piano industriale predisposto dal neo ad Pietro Labriola, che dovrebbe prevedere di dividere Tim in una società di servizi (Service Co) e in quella della rete (NetCo) dove dovrebbe confluire la rete primaria in fibra e quella secondaria (rame e fibra) di FiberCop. Un piano su cui Labriola, voluto dal socio francese Vivendi (23,8%), lavora da tempo per valorizzare gli asset della società, tra cui Sparkle, Telsy e Noovle. L'idea è quella di trovare una via alternativa all'Opa di Kkr a 0,505 euro per azione che pare come in sospeso. Il fondo Usa sta infatti attendendo una risposta da Tim per effettuare la due diligence propedeutica all'Opa. Secondo indiscrezioni, alcuni consiglieri sarebbero favorevoli a un via libera del presidente Rossi alla due diligence, mentre altri sarebbero propensi a tentare una mediazione con Kkr, che ha il 37,5% di Fibercop, proponendo al fondo Usa più peso nella futura società della rete. Una prospettiva che potrebbe rivelarsi molto interessante se venisse portata a termine la realizzazione della rete unica con Open Fiber che ha come azionisti Cdp al 60% (la Cassa ha anche il 10% di Tim) e Macquarie al 40%.

Sullo «spezzatino» di Tim restano le perplessità dei sindacati, che ieri hanno incontrato Labriola, preoccupati per la tenuta dell'occupazione. Secondo indiscrezioni infatti l'80% dei 40mila dipendenti italiani Tim passerebbero nella società della rete. I sindacati chiedono al governo di vigilare e sono contrari a qualunque ipotesi che preveda la costituzione di una good e di una bad company.

Tornando all'offerta di Iliad, che sul mobile ha 8,5 milioni di utenti, oltre al prezzo ci sono le prestazioni e una campagna da 15 milioni di euro. La società ha stretto un accordo con Open Fiber per portare in 6 milioni di case - ossia Milano, Torino e Bologna - il collegamento a Internet in fibra alla velocità di 5giga, più alta di quella dei concorrenti, grazie sopratutto al suo router, sviluppato internamente, che ha tre porte ethernet (ossia per cavo) per 4,5 G ma solo 500Mb per il wi-fi.

I concorrenti si stanno attrezzando per rispondere all'offerta mentre Open Fiber si è dichiarata soddisfatta: «Abbiamo favorito la concorrenza».

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