Ilva, mega sequestro da 8 miliardi

Sequestro record all'Ilva pari a 8 miliardi, ossia il guadagno che l'azienda avrebbe ricavato dai mancati investimenti per ridurre l'inquinamento. Su richiesta della Procura di Taranto, il gip del Tribunale, Patrizia Todisco, ha infatti disposto il sequestro di beni mobili e immobili nella disponibilità della famiglia Riva per 8,1 miliardi di euro, nell'ambito dell'inchiesta sui presunti reati ambientali causati dallo stabilimento siderurgico.
Il sequestro è stato esguito dalla Guardia di finanza tra Taranto e Milano e riguarda sia l'Ilva sia la Riva Fire, la holding di famiglia. Oggi si riunirà il consiglio di amministrazione per decidere sulle «iniziative conseguenti» al sequestro, che comprende anche le azioni della società. Secondo l'ipotesi della Procura la proprietà, nel corso degli anni di gestione dello stabilimento, ha consapevolmente evitato di investire denaro nell'ammodernamento degli impianti scegliendo di continuare a commettere i reati che sono ora contestati, oltre che alla famiglia Riva e ai manager, anche alle società Riva Fire e Ilva: disastro ambientale, inquinamento e avvelenamento di sostanze alimentari.
L'ordinanza fa riferimento anche a «gravissime disfunzioni ed inadempienze» che hanno causato inquinamento del Mar Grande nel Golfo di Taranto, rilevato dall'Arpa Puglia, e agli incidenti mortali verificatisi all'interno dello stabilimento siderurgico negli ultimi mesi.Grazie a una perizia dei custodi giudiziari è stato possibile stabilire che il costo di bonifica dei danni procurato all'ambiente a Taranto - e quindi il mancato investimento per abbattere l'inquinamento causato dalla fabbrica - è di circa otto miliardi di euro, la cifra che ora la Guardia di Finanza sta sequestrando come presunto provento del reato. Non vengono inclusi invece, nel sequestro, impianti, macchinari, produzione e materie prime e tutto ciò che riguarda l'attività produttiva dell'Ilva. «La produzione non si tocca», ha precisato ai giornalisti il procuratore della Repubblica di Taranto Franco Sebastio.
Due giorni fa la Procura di Milano aveva invece disposto il sequestro preventivo di circa 1,2 miliardi a carico di Emilio e Adriano Riva per truffa allo stato.

«A Milano - ha spiegato ancora il procuratore Sebastio - sono contestati reati per i quali era possibile aggredire i patrimoni di persone fisiche. A Taranto abbiamo applicato la legge 231 del 2001 (sulla responsabilità giuridica delle imprese-ndr) aggredendo i patrimoni solo di persone giuridiche».

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