Ilva, riscoppia la "bomba" esuberi

La Fiom rompe il fronte, occupato il sito di Genova. Calenda: "Trattativa a rischio"

Ilva, riscoppia la "bomba" esuberi

Il dossier Ilva torna in alto mare. E a pochi mesi dalle elezioni il governo si ritrova con una nuova grana aziendale. La cessione del gruppo siderurgico alla Am Investco, la cordata composta dai franco indiani di Arcelor Mittal e dal gruppo Marcegaglia, si preannuncia infatti un percorso a ostacoli che potrebbe mettere a rischio quei 5,3 miliardi (tra investimenti industriali ed ambientali, amministrazione straordinaria e rimborso ai creditori) che il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ha definito «il più grande investimento industriale in Italia da decenni a questa parte». A due giorni dall'incontro che definirà il piano industriale (è in calendario giovedì 9 novembre), Calenda ha dovuto incassare ieri l'improvvisa rottura del fronte sindacale da parte della Fiom-Cgil che, alzando le barricate a Genova, ha promesso battaglia sfidando il governo.

L'assemblea dei lavoratori del gruppo siderurgico tarantino ha deciso di occupare la fabbrica in attesa che Calenda convochi i sindacati sull'accordo di programma rispetto al quale, al momento, si attendono solo le istituzioni genovesi mercoledì pomeriggio. Il corteo ha sfilato per Genova e davanti allo stabilimento Ilva di Cornigliano ha annunciato che la protesta proseguirà ad oltranza. Gli operai hanno poi occupato la fabbrica di Cornigliano azzerando di fatto «il vantaggio» acquisito il 31 ottobre dal governo quando, il negoziato spezzatosi i primi di ottobre, era ripartito. «Desta stupore e sconcerto ha commentato lo stesso Calenda - che la Fiom Cgil promuova, fuori da ogni regola, l'interruzione delle attività e proclami il presidio dello stabilimento Ilva di Genova, mentre il confronto fra le parti si è finalmente concretamente avviato. Il ministero è intervenuto per consentire la ripresa del confronto tra azienda e sindacati su basi più favorevoli per i lavoratori. E continuerà a vigilare affinché il negoziato si concluda con il consenso di tutte le parti. Ma proprio mentre si apre il confronto, reparto per reparto, del piano industriale proposto dall'investitore una simile iniziativa rischia di mettere a repentaglio la trattativa per tutta l'llva». Dure anche le altre sigle sindacali: «La Fiom ha compiuto l'ennesima scelta sbagliata», ha detto Uilm Liguria parlando di atto inconsulto.

Al momento, per i due piani, Am Investco mette sul piatto 2,4 miliardi, in aggiunta agli 1,8 che pagherà per acquisire l'Ilva. Sul fronte occupazionale si punta a 10mila assunti, su 14.200 totali, con lo stesso contratto che hanno attualmente. Ma il piano industriale sarà determinante per capire il reale bisogno reale di manodopera della nuova Ilva. Al momento i 1.

600 dipendenti del sito genovese non sentono ragione e al grido di «Pacta sunt servanda» rivendicano l'intesa del 2005 alla Regione Liguria che prevedeva da un lato la chiusura della cosiddetta «attività a caldo», ma dall'altro la garanzia occupazionale e di reddito. Nel 2005, però, le tempeste giudiziarie erano ancora lontane dal gruppo siderurgico, allora guidato dalla famiglia Riva.

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