La guerra tra Salini e Gavio per il controllo di Impregilo è ormai senza quartiere. La scelta dello stesso gruppo romano di reclutare - per la prima volta nella storia della Borsa italiana - il proxy Georgeson per sollecitare le deleghe in vista dellassemblea del 12 luglio è significativa. Salini ha scelto di proporre al mercato la creazione di un «campione nazionale» delle costruzioni e, per questo, chiede nellassise di luglio la revoca del cda e uninversione di rotta.
Il prospetto informativo della sollecitazione, strutturato allamericana con domande e risposte, ha dato nuovamente fuoco alle polveri. Secondo Salini, il board dovrebbe essere sostituito perché «ha operato in totale e reiterata violazione delloggetto sociale» (secondo i pareri pro veritate di tre giuristi tra cui Guido Rossi) che fa di Impregilo un pure constructor che non dovrebbe essere impegnato nel settore delle concessioni sia autostradali che di opere e impianti. Di conseguenza il piano al 2016 della società è «inattuabile e sbagliato» perché si focalizza sulle concessioni. La parte restante del prospetto, invece, si concentra sui contenuti già evidenziati dalla documentazione allegata alla convocazione dellassemblea nella quale Salini candiderà alla presidenza Claudio Costamagna (previsto un corposo taglio della remunerazione 200mila euro contro gli 1,4 milioni dellex Ponzellini). In particolare, nel periodo in cui il gruppo Gavio, cioè dal 2006 a oggi, ha controllato Impregilo la redditività della società e di conseguenza quella del titolo (che ieri ha perso un marginale 0,23% a 3,49 euro) si sono ridotti.
Le accuse a Gavio e a Impregilo, unitamente allesposto presentato in Consob giovedì scorso dal gruppo romano (nel quale si ventila lipotesi che tra Gavio e altri azionisti non rilevanti di Impregilo vi sia un accordo non denunciato che dovrebbe far scattare lobbligo dOpa), hanno scatenato il risentimento del general contractor e della sua controllante. «Le affermazioni di Salini - si legge in una nota di Impregilo - sono infondate e strumentali, comportano una gravissima lesione della reputazione e della credibilità della società». La tesi secondo cui il gruppo non potrebbe operare nel settore delle concessioni è «capziosa» e «contraria alle più elementari nozioni di diritto amministrativo». In arrivo una richiesta di risarcimento danni.
Ancor più duri i toni del comunicato di Igli (il veicolo detenuto dai Gavio che ha il 29,9% di Impregilo).
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