L'accordo strategico tra Impregilo e Salini «non sostituisce» l'obiettivo della fusione tra i due gruppi. È quanto ha detto Pietro Salini, neo ad di Impregilo, oltre che già di Salini, parlando dell'intesa annunciata tra i due gruppi. «La soluzione che cercherò di presentare al consiglio quanto prima - ha spiegato, ieri, durante la sua prima conference call di presentazione dei conti di Impregilo (perdita per il primo semestre di 29,2 milioni, contro i 39 milioni di attivo dello stesso periodo del 2011) - è che il progetto va avanti. Allo studio permane la fusione. Nel frattempo, portiamo avanti elementi che, non richiedendo le complessità e i tempi dell'operazione di fusione, possono comportare vantaggi immediati».
Gli sforzi maggiori saranno concentrati sulla presentazione di un nuovo piano industriale entro un paio di mesi, mentre con l'accordo strategico tra i due gruppi, ha aggiunto Salini, «eliminiamo alla radice i potenziali conflitti di interesse di cui si parla in questi giorni». Salini ha inoltre confermato che per la cessione di tutta, o una parte della partecipazione del 29% in Ecorodovias, «ci sono trattative in corso e non voglio dire di più», ma non è intenzione di Impregilo abbandonare il Brasile». Le dismissioni di attività non strategiche consentiranno la distribuzione di un jumbo dividend, anche se la cessione di Fisia, la società dell'impiantistica specializzata nella dissalazione delle acque, non avverrà in tempi rapidi.
Ancora aperta, intanto, la battaglia legale che oppone Salini ai Gavio. È infatti slittato a settembre il verdetto sui due ricorsi presentati dai Gavio (29,96% del capitale di Impregilo). Il primo, riguarda la raccolta delle deleghe del gruppo Salini per l'assemblea dello scorso 17 luglio che doveva votare sul rinnovo del board di Impregilo e che ha portato, lo stesso Salini, al controllo di Impregilo.
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