Nel corso dell'ultimo anno i prestiti delle banche alle imprese sono calati di quasi 50 miliardi (-6,24%) nonostante l'aumento di 7 miliardi dei finanziamenti a medio termine. Lo riferisce il rapporto mensile sul credito realizzato dal Centro studi di Unimpresa, secondo il quale a pesare sul calo è la diminuzione di oltre 27 miliardi dei finanziamenti a breve e di oltre 28 miliardi di quelli di lungo periodo. In aumento di 4,3 miliardi, invece, i prestiti alle famiglie, spinti dal credito al consumo (+8,3 miliardi) e dai mutui (+7,6 miliardi), comparti che hanno compensato la riduzione di oltre 10 miliardi dei prestiti personali. In totale, lo stock di impieghi al settore privato è diminuito di 44 miliardi, passando da 1.405 miliardi a 1.360 miliardi. Secondo lo studio, le rate non pagate (sofferenze) sono calate: nell'ultimo anno si è registrata una diminuzione di oltre 27 miliardi (-13,6%) da 200 miliardi a 172 miliardi.
«L'andamento dei prestiti al settore privato, in particolare per quanto riguarda le aziende - ha commentato il vicepresidente di Unimpresa, Claudio
Pucci continua a essere critico e perciò guardiamo con estrema preoccupazione alle nuove regole, appena annunciate, da parte della vigilanza della Bce sugli istituti di credito: si tratta un meccanismo perverso e folle».
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