Inchiesta rating, a giudizio Standard & Poor’s e Fitch

Manager e analisti delle agenzie accusati di manipolazione del mercato. Forza Italia: "Nuovi squarci sul golpe del 2011"

Inchiesta rating, a giudizio Standard & Poor’s e Fitch

Adesso Standard & Poor’s e Fitch dovranno rispondere davanti a un giudice per l'attacco finanziario che, a cavallo tra il 2011 e il 2012, ha letteralmente messo in ginocchio il sistema Italia. Un attacco che, oltre ad aver duramente l'economia, ha assesstato un colpo senza precedenti alla democrazia interna. Sei tra manager e analisti di Standard & Poor’s e ad altri due dell’agenzia Fitch sono stati rinviati a giudizio con l'accusa di aver manipolato il mercato attraverso i report sull'affidabilità del sistema creditizio e sul declassamento del rating italiano.

Nel 2011 ci fu una violentissima speculazione sui titoli di Stato italiani con lo spread sui Bund tedeschi che arrivò nel giro di poche settimane a 570 punti base. Una leva economica e politica che destabilizzò il Belpaese spingendo l'allora premier Silvio Berlusconi a presentare, nel novembre del 2011, le dimissioni al capo dello Stato Giorgio Napolitano. La decisione della procura di Trani alimenta i dubbi su un periodo opaco per il nostro Paese che, complici i tecnocrati di Bruxelles e lo stesso presidente della Repubblica, portò a quello che non si fatica a essere definito un golpe bianco. "Il complotto comincia a prendere forma anche in Italia", commenta il presidente dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta ricordando "il grande imbroglio che stava alla base di una strategia tesa a speculare sul debito sovrano del nostro paese e a cancellare la democrazia in Italia, costringendo Berlusconi alle dimissioni, sulla base dell’invenzione dello spread". A questa strategia le agenzie di rating diedero un contributo determinante. Per Standard & Poor’s sono stati rinviati a giudizio Deven Sharma, che all’epoca dei fatti contestati era il presidente mondiale di S&P Financial Service, il responsabile per l’Europa a Londra Yann Le Pallec, il rappresentante legale di S&P Londra David Pearce, e gli analisti del debito sovrano Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer. "Francamente sono sorpreso per l’assenza, finora, in questo delicato processo, della Consob - ha commentato il pm di Trani Michele Ruggiero - la sua presenza avrebbe dato un segnale importante ai mercati finanziari".

La prima udienza del processo è stata fissata per il 4 febbraio dell'anno prossimo. "Le carte - conclude Brunetta - diranno chi aveva ragione". Ma l'ultima parola non può essere lasciata soltanto ai giudici di Trani. "Si aprono ulteriori squarci su ciò che è accaduto nell’estate 2011 - commenta Deborah Bergamini di Forza Italia - e sul perché si è arrivati alle dimissioni forzate del governo Berlusconi". Alla luce della decisione della procura di Trani di andare fino in fondo, Forza Italia rinnova la richiesta di istituire una commissione parlamentare d'inchiesta per far luce sull'accaduto.

"Vogliamo sapere in che modo la nostra democrazia - conclude la Bergamini - e la sovranità popolare dell’Italia sono state violate".

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