Economia

Incubo catasto: così cambiano Isee e Tari

Ecco tutte le conseguenze che potrebbero derivare dala riforma che il governo Draghi sta preparando

Incubo catasto: così cambiano Isee e Tari

La riforma del catasto, che arriverà dopo anni di attesa e di preparazione, è già pronta a far calare una pesante scure sui conti degli italiani: a subire delle conseguenze, che si rifletterebbero irrimediabilmente nelle nostre tasche, potrebbero essere sia i parametri Isee che la stessa Tari.

Il passaggio dalla valutazione delle vecchie rendite catastali ai valori di mercato, così come quello dai vani ai metri quadri, si traduce con l'impennata Imu sulle seconde case e quindi con un Isee gonfiato che porterebbe tanti contribuenti ad uscire dai parametri di bonus e aiuti sociali: le prime previsioni parlano di incrementi per estimi e Imu del 128% e di Isee quadruplicati.

La stessa Tari, che si valuta sull'80% della superficie catastale lorda dell'abitazione (mura perimetrali comprese), potrebbe subire un incremento netto col passaggio da vani a metri quadri. Ancora pochi Comuni hanno effettuato le revisioni di queste superfici imponibili, basando il totale della Tari sulle autodichiarazioni dei rispettivi proprietari, che senza un correttivo verrebbero tutte rimesse in discussione.

Prima di procedere in questa direzione sarebbe bene, quindi, cercare di attuare dei correttivi in grado di abbassare le aliquote e smorzare gli effetti negativi del passaggio, senza danneggiare le categorie più deboli. Nonostante le conseguenze e la grande paura, comunque, il governo presieduto dall'ex governatore della Bce Mario Draghi non ha intenzione di cambiare strada: lo stesso premier cita la riforma del catasto come cardine dell'attuazione del Recovery Plan. Questo in sostanza il motivo alla base della forte spinta verso una riforma ferma da anni ed alla quale, evidentemente, Bruxelles tiene tanto.

La riforma

La revisione del catasto si fonda su tre principi:

1)La rivalutazione dei valori catastali, col passaggio dalle rendite ai valori medi di mercato: questi vengono calcolati applicando un algoritmo ai valori calcolati ogni 6 mesi dall'Omi (Osservatorio immobiliare dell'Agenzia delle Entrate);

2)Calcolo del valore dell'immobile coi metri quadri e non col numero dei vani;

3)Semplificazione categorie catastali: non più signorili, civili, economiche e popolari (rispettivamente A1, A2, A3, A4), ma solo immobili ordinari (O) e speciali (S).

Che impatto si avrebbe sull'Imu? Quello sulle seconde case salirebbe del 128%. Considerando un appartamento in zona semicentrale e di ampiezza media, a Roma si passerebbe da 2mila a 5.640 euro l'anno (incremento del 183%), a Trento da 700 a 1.300 euro (+189%), a Milano da 1.800 a 4 mila euro (+123%). Solo a Genova, Ancona e Trieste i ritocchi verso l'alto sarebbero contenuti tra il 5% ed il 7%.

La revisione delle rendite catastali farebbe lievitare il peso che la prima casa può avere nel calcolo dell'Isee, ovvero, tolti franchigia e mutuo residuo, i 2/3 del valore rivalutato. Secondo Uil, rivedere gli estimi potrebbe far salire l'Isee di 75mila euro medi (+ 318%). Ciò comporterebbe per tanti contribuenti la perdita dei parametri per accedere a sconti sulle mense scolastiche, sulle rette degli asili, sulle tasse universitarie, ed ai bonus affitti e bollette. Unica soluzione per rimediare al previsto disastro sarebbe quella di innalzare le soglie Isee contemporaneamente alla riforma del catasto.

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