Indagine Consob su Telecom-Vivendi

Perquisizioni GdF a Roma e Milano. Nel mirino le manovre sul titolo e il nodo del controllo

Maddalena Camera

Nuovo recupero in Borsa ieri per Telecom Italia nonostante la notizia del giorno: la perquisizione della Guardia di Finanza inviata dalla Consob nelle sedi Milano e Roma. Alla fine il titolo ha segnato un +1% a 0,83 euro per azione, prezzo che non vedeva da fine maggio: dallo scorso 11 luglio le azioni Telecom hanno recuperato quasi il 7%. In realtà è stata proprio l'altalena a cui è stato sottoposto il titolo a spingere Consob a vederci chiaro. Le azioni erano scese pesantemente sulle ipotesi di uscita dell'ad Flavio Cattaneo entrato in frizione con l'azionista di riferimento Vivendi. Uscita smentita ma senza che, in maniera sospetta, le voci di dissidi e di trattative tra il gruppo e il suo ad smettessero di circolare per giorni. Con conseguenti alti e bassi in Borsa. Inoltre c' è attesa per la pubblicazione della semestrale, in calendario il 27 luglio con risultati che dovrebbero essere in miglioramento alla luce del lavoro fatto da Cattaneo. E dunque l'allontanamento del manager da parte dell'azionista appare più difficile. Senza contare che l'ad ha firmato un contratto blindato con un paracadute da 50 milioni tra premio, stipendi e buonuscita. E quindi per i francesi, per portare a bordo Amos Genish, che viene indicato da più parti come l'uomo di fiducia per le tlc di Vincent Bollorè, patron di Vivendi, potrebbe non essere facile. La soluzione di compromesso potrebbe essere la sostituzione di uno dei membri del cda di Telecom che sono stati nominati per i due terzi dalla stessa Vivendi.

La società transalpina esercita dunque un controllo di fatto sul gruppo di tlc italiano. E anche questo potrebbe essere uno degli obiettivi delle verifiche Consob in atto. Che, come estrema conseguenza, potrebbe portare anche all'obbligo di consolidare la società italiana in Vivendi con tutto il suo debito: 26 miliardi. Per la società francese, e per Bollorè, sarebbe un bel problema.

L'Antitrust europeo ha già sancito il controllo francese sul gruppo di tlc, obbligando Telecom a cedere le quote della controllata per le torri tv Persidera che sarà probabilmente piazzata in un fondo fiduciario. Il motivo è che Vivendi detiene anche una partecipazione del 30% in Mediaset che a sua volta detiene canali tv. Ma il pasticcio non si ferma qui.

La partecipazione in Mediaset è in conflitto, per la legge italiana, con quella nella stessa Telecom. Per questo l'Agcom ha imposto alla società transalpina di trovare una soluzione. I francesi possono scegliere se controllare Telecom o Mediaset. I transalpini controllando di fatto la prima, dovrebbero far confluire le quote della seconda in un fondo fiduciario.

Nel pasticcio di intrecci azionari non mancano ovviamente i ricorsi al tribunale. C'è quello di Vivendi contro la decisione dell'Agcom e c'è sopratutto la causa di Mediaset e Fininvest contro i francesi per il mancato acquisto della pay tv Premium, che ha poi portato all'acquisto della quota del 30% da parte di Vivendi. Per completare la situazione c'è anche un procedimento Antitrust nei confronti di Telecom per accertare possibili abusi di posizione dominante sulla banda ultralarga. Verifica questa promossa da tutti i gestori tlc concorrenti di Telecom.

All'orizzonte ci potrebbe comunque essere un accordo con Open Fiber per la realizzazione della rete nelle aree a fallimento di mercato. Insomma il panorama è quanto mai incerto con il titolo oscillante intorno a 0,8 euro da ormai più di un anno.

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