Il 2012, un anno da dimenticare per l'industria italiana: le vendite hanno registrato un calo del 4,3% rispetto al 2011, secondo l'Istat. Nell'ultimo mese il fatturato ha segnato un lievissimo aumento (+0,8%) rispetto a novembre ma è rimasto molto al di sotto di quello di dicembre 2011 (-9,2% il dato grezzo, -6,3% se lo si depura dagli effetti del calendario). Nella media degli ultimi tre mesi, l'indice totale scende del 2,1% rispetto ai tre mesi precedenti. Ma, soprattutto, il 2012 si è chiuso con un crollo degli ordini senza precedenti, che non lascia sperare per i mesi a venire: in dicembre l'indice grezzo ha segnato un tonfo tendenziale del 15,3% e un calo congiunturale dell'1,8%. Nella media degli ultimi tre mesi gli ordinativi totali diminuiscono del 3,7% rispetto al trimestre precedente. Anche il Centro Studi di Confindustria diffonde dati allarmanti sugli ultimi mesi del 2012: l'occupazione ha perso 186mila posti nell'ultimo bimestre dell'anno scorso, avvertono gli industriali, secondo cui «è bruscamente accelerata la perdita» di impieghi; 104mila in meno a dicembre e 82mila a novembre. E manca anche il credito necessario alla ripresa: i prestiti alle imprese italiane sono scesi ancora a dicembre (-0,2%). Mentre «i tassi pagati sono saliti al 3,7% (da 3,3% in agosto), con uno spread sull'Euribor che continua ad aggiornare record (+3,5 punti a dicembre da +0,6 nel 2007; +4,2 per le aziende piu piccole)», rileva ancora il Csc.
E per le costruzioni è stato l'anno più nero di sempre. La produzione è crollata del 14% rispetto al 2011, quando già aveva perso l'11,4% rispetto all'anno prima. È il dato peggiore, segnala l'Istat, dall'inizio delle serie storiche nel 1995, e tiene conto sia della produzione di nuovi fabbricati sia della manutenzione. E l'Ance - l'Associazione nazionale costruttori - lancia un appello al governo per sbloccare gli investimenti nel settore: ci sono quasi 39 miliardi disponibili, mai spesi per vincoli del patto di stabilità o ritardi dopo gli stanziamenti del Cipe. Lo sblocco di queste risorse può generare oltre 660mila posti di lavoro e avere una ricaduta complessiva sul sistema economico per circa 130 miliardi.
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