Economia

Intesa, Messina affida Ubi a Micciché

L'ad: "Di lui mi fido ciecamente". Semestre oltre le stime, utili su a 2,57 miliardi

Intesa, Messina affida Ubi a Micciché

Per guidare Ubi Banca fino all'incorporazione in Intesa Sanpaolo «è importante individuare una figura di prestigio e che abbia dimostrato di saper guidare con successo le organizzazioni complesse e credo che a questo identikit corrisponda Gaetano Micciché che è una persona di cui mi fido ciecamente». Così il Ceo di Intesa, Carlo Messina, nel corso della conferenza stampa sulla semestrale, ha indicato il presidente della divisione Corporate di Ca' de Sass come il manager che gestirà la transizione verso il nuovo supergruppo che nascerà nella prossima primavera con l'assemblea per la fusione. La nomina di Micciché dovrebbe essere formalizzata nel cda straordinario Ubi di domani.

La soddisfazione di Messina per il successo di un'operazione «non concordata con gruppi di azionisti e completamente di mercato è evidente. «Siamo il secondo gruppo bancario dell'Eurozona per capitalizzazione di Borsa dopo Bnp Paribas, a dimostrazione del valore strategico dell'operazione e che dimostra che una banca italiana è in grado di fare ciò che la Bce auspicava».

La designazione non ha fatto passare in secondo piano la qualità dei risultati semestrali di Intesa. I primi sei mesi del 2020 si sono chiusi con un utile netto di 2,57 miliardi di euro (+13,2% annuo, migliore del consensus e secondo miglior risultato di sempre) anche grazie alla plusvalenza di 1,1 miliardi dalla cessione a Nexi del ramo acquiring. Nel solo secondo trimestre l'utile è aumentato del 16,4% a 1,4 miliardi (532 milioni il consensus), nuovo record. Nel semestre i proventi operativi netti sono rimasti stabili a 9,075 miliardi, con margine di interesse a 3,5 miliardi (-0,6%) e commissioni nette a 3,6 miliardi (-6,3%). In calo del 2,8% a 4,4 miliardi i costi operativi, per un rapporto cost/income sceso al 48,5%. Il Cet1 fully loaded è al 14,9%, considerando 1,9 miliardi di dividendi maturati. Per l'intero esercizio, senza considerare Ubi Banca, si conferma la previsione di un utile netto «non inferiore a circa 3 miliardi e non inferiore a circa 3,5 miliardi nel 2021». La banca chiederà alla Bce l'autorizzazione a distribuire l'anno prossimo, oltre alla cedola ordinaria, anche un dividendo extra a valere sulle riserve accumulate quest'anno per lo stop impartito dall'Eurotower. La Borsa ha apprezzato e il titolo è salito del 5% a 1,79 euro.

Messina ha smentito il rapido avvio di una campagna acquisti cross border. «Non abbiamo nessun interesse nell'Europa dell'Est. Nei prossimi 6-9 mesi saremo impegnati nell'integrazione di Ubi in Intesa e devo essere sicuro che le cose funzionino prima di immaginare che ne possano essere fatte altre». In ogni caso, «essere tra le prime tre in Europa è un fattore di forza, qualunque cosa accada nel futuro», ha chiosato tirando una piccola stoccata al «rivale» di Unicredit, Jean-Pierre Mustier. «Con questa mossa abbiamo creato un significativo distacco da un altro player italiano che non è più la prima grande banca europea in Italia», ha aggiunto.

Entro la fine del 2021 sarà presentato un nuovo Piano d'impresa che includerà Ubi (meno le 532 filiali che saranno cedute a Bper).

Messina non si è sbilanciato né sui driver (salvo la valorizzazione di IwBank) né su eventuali esuberi: «L'accordo con SisalPay (per fornire servizi bancari di prossimità) rende possibile chiudere mille filiali al massimo ma se ci sono clienti personal, io non chiudo una filiale».

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