Più dividendi per gli azionisti e impegno nel sociale nel futuro di Intesa Sanpaolo. Lo hanno assicurato ieri i vertici della banca al convegno organizzato per presentare le iniziative nel no profit, a un anno dal lancio del piano industriale 2018-2021. In attesa dell'appuntamento con i dati di bilancio, fissato il 5 febbraio, l'ad Carlo Messina ha ribadito che i conti 2018 confermeranno «la forza» e la capacità del gruppo di «continuare a generare reddito e pagare dividendi». Il rendimento stimato sfiora i dieci punti percentuali.
Risultati che saranno ottenuti nonostante la debolezza dell'economia italiana, le montagne russe dello spread e il nodo sofferenze su cui la settimana prossima il manager dovrebbe dare risposte. «Questa è una priorità della banca. Abbiamo già fatto tantissimo, siamo tornati ai livelli pre crisi, ma sugli npl vogliamo fare ancora di più», ha spiegato Messina. Il mercato ipotizza la vendita di un lotto da 2 miliardi di valore nominale di crediti unlikely to pay, ovvero di inadempienze probabili (che in tutto, a fine settembre, ammontavano a 15,6 miliardi circa).
Il banchiere è comunque cautamente ottimista. «Credo che corso dei prossimi mesi sia inevitabile il raggiungimento di un accordo tra Cina e Russia che potrebbe ridare ossigeno alla crescita già a partire dalla seconda metà del 2019», mentre per quanto riguarda l'Italia «la manovra porterà risorse nelle disponibilità delle famiglie che saranno investite nei consumi».
Sui fascicoli bollenti Messina esclude interventi sulle banche in difficoltà a iniziare da Carige, mentre apre a una soluzione di sistema per Astaldi che, entro il 14 febbraio, dovrà presentare una proposta concordataria insieme al piano industriale: «Quello delle costruzioni è il solo settore che possa garantire l'accelerazione in termini di recupero della disoccupazione in questo Paese. Non c'è dubbio che se ci saranno delle soluzioni che porteranno alla creazione di posti di lavoro noi le valuteremo», ha ribadito il banchiere. Proprio il tema del lavoro è uno dei punti cruciali del piano di impresa al 2021 dell'istituto per concorrere alla crescita culturale, sociale e civile del Paese e su cui ieri i vertici hanno tirato le fila. Sul fonte interno Messina ha assicurato che i 4mila esuberi rimarranno nel gruppo.
Più in generale poi, è stata ricordata l'adesione di Ca' de Sass al progetto «Generation» di McKinsey per accompagnare nel mondo del lavoro 5mila giovani entro tre anni. «Lo sviluppo è legato all'educazione delle nuove generazioni» (il 25 febbraio prende il via «per Merito», un prestito fino a 5mila euro rivolto a oltre 1,6 milioni di studenti universitari e libero da garanzie), «alla coesione e all'economia circolare» (dove la banca ha un budget da 5 miliardi entro il 2021) ha evidenziato Messina ricordando poi le iniziative di ampliamento dell'accesso al credito con il «Fund for Impact» nato per garantire l'erogazione di prestiti alle categorie più deboli.
L'impegno nel perseguimento di obiettivi di sostenibilità a lungo termine è stato apprezzato da Blackrock (azionista al 5% circa del gruppo).
Rob Kapito, presidente del colosso del risparmio con oltre 7mila miliardi di dollari in gestione, ha sottolineato l'importanza del tema, per un investitore internazionale, anche attraverso i numeri. «Il 59% dei nostri clienti in Europa ci chiede di investire nel sociale. Si possono creare progetti di valore senza pregiudicare i target finanziari», ha concluso Kapito.
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