Economia

Investono, speculano, vincono. L'invasione dei grandi fondi

Da Elliot a Blackstone, di chi sono i capitali che comprano tutto: dalle Autostrade al Milan, dalla fibra alla moda

Investono, speculano, vincono. L'invasione dei grandi fondi

Le infrastrutture (fisiche e virtuali), l'energia, il calcio e l'immobiliare italiani sono al centro di una campagna acquisti senza precedenti da parte dei grandi fondi attivisti di investimento internazionali: Kkr, Blackstone, Cvc, Ardian, Elliott, Mcquaire, Apax sono alcuni dei protagonisti. La grande abbuffata di asset strategici da parte di questi giganti della finanza viene spiegata per lo più come la volontà di chi ha miliardi di risorse da investire, ricevuti in gestione da magnati, banche, fondi pensione e compagnie di assicurazioni) di puntare sull'economia reale con lo scopo di trarne profitto, ma anche di fare da volàno per il suo sviluppo. Un confine ballerino perché, di fatto, ci sono fondi più speculativi e altri che puntano a investire, e quindi a sviluppare l'azienda nel lungo periodo.

Esistono, infatti, diversi tipi di «private equity». E nel caso di quelli che vengono chiamati fondi avvoltoio, per esempio, il denaro viene investito in società in difficoltà per cambiarle o smantellarle e guadagnare dalla vendita di asset.

Il private capital sarà il protagonista di questo secolo come nel secolo scorso lo sono state le banche e la Borsa, ha dichiarato l'economista Innocenzo Cipolletta, presidente dell'Aifi. Secondo i dati diffusi dall'Associazione con Pwc Deals, nel 2021, la raccolta private ha toccato 5,7 miliardi di euro ed è salita del 119%

Tra gli affari completati non mancano i nomi eccellenti: c'è l'acquisizione del 60% di Open Fiber, ceduta per 2,7 miliardi dall'Enel a un consorzio composto da Cdp Equity e dal fondo australiano Macquarie Infrastructure. Ma anche l'operazione su Aspi di Cdp Equity, Blackstone e Macquarie. E ancora di Blackstone su Atlantia (Opa con delisting in corso). A fare un po' da apripista è stato il Milan finito nelle mani dell'americana Elliott e ora nel mirino di Investcorp, fondo da 40 miliardi di dollari con sede in Bahrein.

Dimensionalmente è BlackRock il fondo più grande al mondo. Ma gestisce per lo più «fondi comuni»: non investe per controllare una società. Con un patrimonio gestito vicino a diecimila miliardi di dollari, BlackRock è stato fondato da Larry Fink ed è arrivato in Italia una ventina di anni fa rimanendo un po' nell'ombra fino al 2014, quando Fink ha iniziato a tessere relazioni politiche. Azionista, tra gli altri, di Unicredit, Intesa, Enel e Leonardo è, con Vanguard, tra gli azionisti di un altro colosso, Blackstone, che detiene uno dei più grandi portafogli immobiliari del mondo con 196 miliardi di dollari in gestione. Blackstone ha messo le mani sulla sede di Cdp in via San Marco e sul Palazzo delle Poste in piazza Cordusio a Milano. Ma è la vendita della sede del Corriere della Sera, oggetto di una maxi causa legale a New York, ad aver fatto più notizia. Dal canto suo, il fondo inglese Cvc Capital nel 2016 ha rilevato Sisal e nel 2018 Recordati. Poi arriva lo sport. Lo scorso anno Cvc aveva proposto ai club di serie A la creazione di una società per gestire i diritti del campionato, un affare da due miliardi di euro poi sfumato. Meglio è andata nella Formula 1 che nel 2016 ha venduto alla Liberty Media di John Malone.

Sulla stessa linea anche Elliott, il fondo creato da Paul Elliott Singer nel 1977. In Italia era entrato in Telecom con quasi il 10%, per poi cederlo. Possiede l'hotel Bauer a Venezia e il Milan. E tra quelli citati è al momento il più attivo. L'operazione Milan, è ben lungi dall'essere un investimento di lungo periodo. E non a caso Elliott è nella top 20 dei fondi speculativi per guadagni.

Acronimo di Jerome Kohlberg, Henry Kravis e George R. Roberts, i tre banchieri d'affari che lo fondarono nel 1976 a Manhattan, Kkr oggi ha in gestione oltre 400 miliardi di dollari e ha un focus sulle tlc: nell'aprile scorso è entrata in FiberCop, società creata da Tim proprio con la missione di accelerare la modernizzazione della rete. Poi ha avanzato un'offerta per il 100% dell'ex monopolista telefonico, ma dopo mesi di tira e molla ora la trattativa si è in parte congelata. In vista di un possibile scorporo Telecom ha anche attirato le attenzioni di Apax e Cvc.

C'è, infine, il capitolo energia. Alcuni fondi internazionali stanno entrando nel capitale delle newco verdi create dalle utility per valorizzare i business legati alla transizione: rinnovabili, idrogeno, elettrico. Per esempio, la romana Acea ha stretto una intesa con il fondo infrastrutturale inglese Equitix per cedere il 60% di una newco che controllerà una capacità solare di 105 MW. Ed A2a è stata a un passo dal creare una newco con la francese Ardian.

Dossier finito nel congelatore.

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