Dopo 30 anni di attività Ital Brokers ripensa l'assetto organizzativo e la propria strategia di sviluppo, oltre a definire un piano di crescita attraverso acquisizioni mirate per affermarsi quale primo gruppo indipendente di brokeraggio tutto made in Italy: quest'anno dovrebbe chiudere con 750 milioni di premi intermediati, a fronte di 40 milioni di commissioni a livello di gruppo.
L'idea di fondo è consolidare e sviluppare ulteriormente il proprio posizionamento nei settori di mercato in cui Ital Brokers ha storicamente operato (marine, cargo, corporate, public entities) e parallelamente strutturare una crescita organica per diventare il partner di riferimento delle piccole e medie imprese italiane operanti nel settore delle attività produttive, dei servizi, delle infrastrutture, del turismo, della distribuzione, prestando anche forte attenzione al mondo delle associazioni di categoria, degli ordini professionali, delle federazioni nonché a quello del welfare in generale. I dettagli sono contenuti in un piano di sviluppo che - sottolinea il vicepresidente esecutivo Filippo Binasco - sarà pronto entro la fine dall'anno, insieme a un nuovo modello organizzativo aziendale. In parallelo è probabile che sarà ottimizzata anche la struttura azionaria del gruppo Ital Brokers che oggi vede una holding ed una società operativa, accorciando la catena di controllo. Così come il libro soci potrebbe arricchirsi di nuovi investitori industriali per dare vita a una sorta di salotto buono del brokeraggio: «Siamo alla ricerca di alleati che ci aiutino a rafforzare il nostro posizionamento sul mercato», prosegue Binasco che guida la cordata di investitori cui oggi fa capo la maggioranza relativa del gruppo (42% della Ital Brokers Holding e il 29,5% della controllata Ital Brokers Spa).
«Il nuovo modello organizzativo vedrà una struttura decisionale più verticale con la prerogativa di valorizzare al meglio le risorse umane in organico (oltre 220 unità) e la corporate governance sarà regolamentata da un patto di sindacato siglato tra i nuovi investitori ed i soci storici per dare garanzia di continuità nella gestione del portafoglio clienti», aggiunge Binasco. Lo sviluppo passerà anche attraverso l'integrazione di società del settore sinergiche con l'attuale perimetro industriale, come è già accaduto nel 2011. Il piano di posizionamento sul territorio dovrebbe prevedere alcune operazioni per concretizzare maggiormente la presenza nelle regioni del Centro Italia (Toscana ed Umbria) nonché sulla sponda adriatica (Marche ed Abruzzo) e nel Mezzogiorno. Oggi il gruppo affianca alla sede storica di Genova, gli hub di Milano e Roma, oltre agli uffici di Torino, Bologna, La Spezia, Tortona e Pordenone; mentre per la gestione dei propri servizi al livello internazionale si avvale principalmente di un rapporto di partnership con il gigante americano Wells Fargo, grazie al quale assiste i propri clienti in particolar modo in tutta l'Europa continentale, bacino del Mediterraneo, Sud America, Stati Uniti, Emirati Arabi ed Estremo Oriente.
«La nuova struttura organizzativa e l'implementazione della stessa con ulteriori risorse professionali ci permetterà di rispondere meglio ad una clientela che chiede sempre più attività consulenziale rispetto alla semplice intermediazione», assicura Binasco ribadendo che «il mercato è stressato sotto il profilo dei margini, ma meno da quello dei flussi».
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