Politica economica

"In Italia ci vuole più sanità integrativa"

Il gruppo Onhc arruola Ivano Russo per crescere in logistica e welfare

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La salute «è un diritto costituzionale e un diritto di cittadinanza. La domanda di assistenza cresce, di pari passo con l'invecchiamento medio della popolazione, e il servizio sanitario nazionale non può certo far fronte da solo a un fabbisogno complessivo di prestazioni e cure che ha sfondato il tetto dei 160 miliardi di euro l'anno». A dirlo è Ivano Russo da poco entrato nella squadra di ON Health Care Group, realtà genovese che aggrega in un unico ecosistema tutte le competenze necessarie per gestire le più efficaci soluzioni di assistenza sanitaria integrativa, con l'incarico di responsabile delle relazioni istituzionali.

Classe 1978 e dottorato di ricerca all'Università Federico II di Napoli, Russo è stato per quindici anni dirigente tra la Presidenza del consiglio dei ministri, il ministero della Funzione Pubblica e dell'innovazione tecnologica, il ministero della Coesione Territoriale e quello delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ha inoltre ricoprire funzioni apicali in Confetra e Confindustria, fino all'ultimo incarico al vertice di Ram, la società del Tesoro nata con l'obiettivo di valorizzare le cosiddette «autostrade del mare». Non per nulla il manager è considerato da molti come il «padre» della riforma dei porti firmata da Graziano Delrio nel 2016.

L'arrivo di Russo è «un importante tassello per l'attuazione del nostro piano strategico», sottolinea l'ad di Onhc, Filippo Ceppellini. Aggiungendo come il suo inserimento il gruppo punti a rafforzare il proprio posizionamento «come stakeholder di riferimento nel mondo del welfare aziendale e della sanità integrativa».

Un mondo quest'ultimo strategico per il Paese e che, rimarca Russo, «deve candidarsi a essere sempre più di supporto e complemento della Sanità pubblica, in un progetto complessivo di integrazione, a tutela della salute, che sia ispirato ai principi del welfare, dell'universalità, del mutualismo e della sussidiarietà».

Da qui l'opportunità di riequilibrare la sanità pubblica e quella privata, e di «allargare i beneficiari della sanità integrativa».

Tra i candidati naturali ci sono sia dipendenti pubblici sia pensionati, che da soli formano un esercito di 16 milioni di persone che, per ovvie ragioni anagrafiche, sono anche bisognosi di cure.

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