Kroll, quella di Tronchetti «è stata una legittima difesa»

La corte d'Appello: «I brasiliani la avevano spiato»

Luca Fazzo

Nella aspra contesa per la conquista di Tim Brasil, Marco Tronchetti Provera fu vittima di incursioni nella vita privata sua e dei suoi familiari, spiati e dossierati dalla agenzia Kroll, tali per cui la denuncia che l'imprenditore depositò ai carabinieri il 24 settembre 2004 fu una attività di pura legittima difesa. Sono queste le motivazioni - depositate ieri - con cui la Corte d'appello di Milano ha assolto per la seconda volta l'attuale presidente di Pirelli dall'accusa di ricettazione: vicenda ormai remota, ma per la quale Tronchetti ha rinunciato alla prescrizione. Tutto ruota intorno ai dati che l'ufficio security di Telecom «succhia» in Brasile dai computer della agenzia di investigazioni Kroll, e che dimostrano che la Kroll spiava Tronchetti su ordine dei suoi concorrenti brasiliani. Tronchetti era accusato di essersi fatto inviare in busta anonima il cd, pur conoscendone la provenienza illecita, poi allegandolo alla denuncia che Telecom invia ai carabinieri di Milano e alla polizia brasiliana.

Secondo la sentenza depositata ieri, era in corso «una imminente lesione dei diritti soggettivi del Tronchetti Provera e dei suoi familiari nell'ambito di un progetto mirante al discredito di Telecom, da portarsi a termine anche con mezzi illeciti (interferenze nei segreti aziendali e nella vita privata dei rappresentanti di Telecon, calunnie o diffamazioni) nei confronti dei personaggi più in vista o dei loro familiari».

Ricevere e utilizzare il cd che documentava le operazioni di Kroll fu dunque, dice la sentenza, «legittima difesa: «la difesa appariva proporzionata all'offesa». E sporgere la denuncia senza usare il cd «avrebbe potuto risolversi in un nulla di fatto o addirittura in una incriminazione per calunnia».

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