Economia

L'"effetto Peltzman" del virus

L'"effetto Peltzman" del virus

Si chiama «Effetto Peltzman» e misura il vantaggio parallelo ottenuto grazie a decisioni prese per motivazioni diverse rispetto a quelle che l'effetto contabilizza. Un esempio? Per arginare il contagio da Covid-19 si è deciso di tenere la gente in casa. Sta funzionando. Ma Peltzman ci dice che di vantaggi ce ne sono altri. Cominciamo? Nell'ultimo mese quante persone saranno morte per incidenti stradali? L' 80% in meno. E per le normali malattie respiratorie e influenzali che sono state diffuse molto meno proprio a causa dell'isolamento? Anche qui la risposta è molto alta, circa il 50% in meno. Sta diminuendo anche la mortalità per malattie cardiovascolari. Il freddo è spesso causa d'infarto e febbraio di solito è uno dei mesi più freddi dell'anno. La riduzione è consistente anche in questo caso.

Negli Usa, dove i dati sono puntualmente disponibili, si stanno registrando cali generali di mortalità che superano il 50%. Ed inoltre, tutti siamo preoccupati per Covid-19, ma sono pochi quelli che, a ragione, considerano il virus già formalmente sconfitto. La ricerca continua ad avanzare e sono almeno 70 i vaccini già in fase di sperimentazione ed aumentano i farmaci che vengono usati in terapia e che stanno alleggerendo notevolmente le unità intensive: le persone vengono curate meglio e a casa. Ma se non ci fosse il vaccino, se dopo tutti i sacrifici in autunno il virus dovesse tornare a colpire? Saremmo già pronti sapremmo come individuarlo ed affrontarlo. Insomma, Covid-19 ha i giorni contati. Ma non lo percepiamo.

Ne volete un'altra? Il Fondo monetario internazionale ci racconta di una possibile profonda recessione per l'Italia quest'anno del -9,1%. I titoloni negativi si sono sprecati. Ma nessuno si è accorto che sempre l'Fmi per il 2021 prevede un Pil italiano al 4,8%? Sarebbe tra le crescite maggiori degli ultimi trent'anni. Ma di questo chi ne parla? Mister Peltzman ci aiuta lei?

leopoldo.

gasbarro@icloud.com

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