Economia

L’incertezza è sovrana e i mercati restano al palo

Non c’è stata la classica movimentazione di fine trimestre che anima i mercati. La parola d’ordine è attendismo, nei prossimi giorni i rapporti delle banche centrali e i dati sul lavoro Usa potrebbero dare la scossa

Mercati finanziari
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L’incertezza è sovrana e i mercati restano al palo

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Quando giunge la fine di un trimestre solare le borse sono di norma frizzanti o più frizzanti. Gli investitori ribilanciano i rispettivi portafogli, fanno quindi aggiustamenti per mantenere l’equilibrio rispetto ai livelli di rischio che sono in grado di supportare. Per fare un esempio, se un titolo ha dato loro qualche patema può valere la pena ridurre l’esposizione e acquistarne altri meno turbolenti. Oppure, e non è un caso raro, si tende a ricreare quella diversificazione che ogni singolo per fare suo ritiene adatta e che è venuta un po’ meno durante le contrattazioni trimestrali.

La fine del secondo trimestre di questo 2022 è sembrata sfuggire a questa usanza, tant’è che i mercati sono rimasti per lo più dormienti.

I motivi dell’incertezza

C’è attesa per i verbali delle riunioni della Banca centrale europea (Bce) e della Federal Reserve (Fed), ossia la banca centrale statunitense.

Il timore, peraltro già annunciato, è che Bce e Fed ritocchino ancora verso l’alto il costo del denaro dopo gli interventi già attuati a giugno. Politiche queste che smorzano l’entusiasmo della crescita economica.

Venerdì 8 luglio gli Stati Uniti renderanno noti i dati sul lavoro nazionali, ovvero il tasso di disoccupazione del mese di giugno 2022.

Fino ad allora non si dovrebbero vedere meccanismi borsistici diversi da quelli attuali, che spingono a vendere titoli e attendere prima di investire il capitale di cui si è rientrati in possesso.

Un andamento che sta prendendo contorni sempre più nitidi e, fatte salve le eccezioni che ci sono sempre, rispecchia il basso tasso di fiducia dei consumatori.

Cosa può rimettere in moto gli scambi

Prima di esaminare una carrellata degli eventi esteri, va ricordato che in Italia il Decreto aiuti scadrà il 16 luglio e che il testo dovrà essere discusso alla Camera per poi essere esaminato dal Senato. Durante i prossimi giorni trapeleranno informazioni utili ma non per forza definitive.

I mercati possono essere rivitalizzati o ulteriormente paralizzati anche dai discorsi che il vicepresidente della Bce Luis de Guindos e il presidente della Bundesbank Joachim Nagel terranno il 4 luglio al Finance Summit Ue.

Il 5 luglio in america verranno presentati i dati degli ordinativi industriali di giugno, lo stesso accadrà il 6 luglio in Germania e Spagna (relativi al mese di maggio) mentre, sul fronte Ue, verranno resi pubblici i dati delle vendite al dettaglio di maggio nell’Eurozona.

Sempre il 6 luglio verranno rilasciate le bozze dei verbali della Fed, cosa che la Bce farà il giorno dopo. Benché si tratterà di una riunione durante la quale si parlerà di multilateralismo, anche l’incontro dei ministri degli Esteri nel G20 di Bali del 7 e 8 luglio può essere oggetto di attenzioni particolari per avere informazioni che possano lenire il senso di incertezza che aleggia tra gli operatori dei mercati.

L’8 luglio sarà un giorno foriero di indicazioni più o meno dirette: oltre ai già citati dati sul lavoro in America, l’Istat presenterà i dati sulla produzione industriale di maggio con la nota mensile sull’andamento dell’economia italiana.

La Cina darà indicazioni sulle riserve in valuta estera (dati di giugno) e il Giappone renderà noti i dati dei consumi delle famiglie di maggio.

Questi i principali eventi di una settimana che darà indicazioni agli operatori.

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