Politica

Mazzata sulla manovra Già bocciata dai tecnici

Il Paese si gioca una partita importante ed è essenziale non sbagliare strategia, anche perché il Pil non crescerà come era da previsioni

Mazzata sulla manovra Già bocciata dai tecnici

Ascolta ora: "Mazzata sulla manovra Già bocciata dai tecnici"

Mazzata sulla manovra Già bocciata dai tecnici

00:00 / 00:00
100 %

Il rischio è che la legge di Bilancio dovrà essere profondamente rivista. La manovra finanziaria faticosamente costruita dal Governo sembra non piacere a nessuno. Secondo l’ufficio parlamentare di Bilancio mancherebbero le necessarie riforme per evitare che il provvedimento sia completamente inefficace e i numeri adottati non convincono. Come se non bastasse, anche Bankitalia si è messa di traverso, sostenendo che per permettere all’economia di tornare a crescere stabilmente e a ritmi importanti è necessario affiancare agli interventi emergenziali misure di più ampio respiro. La legge di Bilancio, invece, ha prodotto solamente una serie di norme di dettaglio micro settoriale.

Il Paese si gioca una partita importante con la manovra finanziaria ed è essenziale non sbagliare strategia, anche perché il Pil non crescerà come era da previsioni, né quest’anno e neppure l’anno prossimo. Da una parte c'è il problema della crescita, che nel quarto trimestre tornerà sottozero e nel 2021, secondo l'ufficio parlamentare di Bilancio, sarà inferiore di almeno un punto (dal 6 al 5%) rispetto a quanto preventivato. Dall'altra, non c'è alcun elemento nella manovra in grado di far capire come e quando saranno utilizzati i soldi della Ue e quindi di calcolare in che modo le risorse impatteranno sul Pil.

Bankitalia, intervenuta attraverso il capo del dipartimento Economia e statistica Eugenio Gaiotti ha auspicato una “riforma organica” che “ricomponga il carico fiscale a beneficio dei fattori produttivi, e tenga conto delle modifiche che hanno interessato il sistema dei trasferimenti sociali”. Avendo cura “nel valutare gli effetti distributivi e quelli sulle decisioni di lavoro e di consumo delle famiglie, nonché sulle scelte di investimento delle imprese. In sostanza un invito a favorire la domanda, quindi le aziende piuttosto che l'offerta.

Quello che viene chiesto dai vari attori in campo al premier Giuseppe Conte e al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri è un cambio di passo. La mancanza di elementi qualificanti delle misure che si intende assumere in temi di particolare rilievo, come quello della riforma fiscale rischia di depotenziare anche lo stesso effetto di stimolo atteso dalle misure. Nel mirino di aziende, Bankitalia e Corte dei conti, la promessa di una riforma fiscale finanziata da appena 8 miliardi e a partire dal 2022.

Tutto questo mentre la leva fiscale potrebbe essere quella più adatta ad accompagnare l'Italia verso quella ripresa che arriverà in ritardo.

Commenti