Caos in casa Acea. L'attacco sferrato dal sindaco Ignazio Marino (primo azionista col 51%) per prendere il controllo della gestione dell'utility romana - alla cui guida sono rimasti i manager nominati dall'ex sindaco Gianni Alemanno - si sta trasformando in un tutti contro tutti che potrebbe trascinare la società in una battaglia legale senza precedenti.
Il sindaco studia da mesi una mossa per avviare un cambio della guardia. Così, dopo una lunga serie di polemiche per cercare di screditarne il ruolo, ha deciso di agire sul cda avviando un'ampia riforma della governance e ridurne i componenti da 9 a 5, abbassandone in parallelo i compensi. Nulla di più semplice per fare «pulizia» con stile. Se non fosse che questa decisione deve passare per l'assemblea e il cda ha preso tempo convocando l'assise per il 5 giugno (oltre i 40 giorni previsti).
Scelta che non è andata giù a Marino che ha così fatto un ricorso in Tribunale citando la violazione dell'articolo 2367 (che impone di convocare e far svolgere l'assemblea senza ritardo) soprattutto «considerando che gli argomenti proposti dall'amministrazione riguardavano proprio la revisione dei compensi dei consiglieri di Acea e la governance». Ma l'elemento più sorprendente del ricorso è che secondo il Comune, il ritardo del cda è dovuto all'intenzione di far sì che «l'assemblea si tenga dopo le elezioni europee». In altri termini Marino sembra rivelare apertamente una relazione tra le sue richieste per l'assemblea e la campagna elettorale. Poco importa quale sia invece il reale interesse della società. Arrivando a sospettare che il cda, rinviando a dopo le elezioni l'assise, giochi proprio su questo elemento per indebolire il sindaco. La bagarre sta generando problemi anche con i soci privati: Francesco Gaetano Caltagirone (16,36%) e i francesi di Suez (12,5%). Entrambi temono uno strapotere del Comune e le conseguenze che questa mossa potrà avere sulla società: la rimozione del management attuale potrebbe pesare sui conti del gruppo per 5 milioni fra paracaduti e buonuscite. Inoltre, i contrasti con il Campidoglio non giovano ai progetti industriali. Ma ormai il dado è tratto e le parti in causa sono al muro contro muro. Basti pensare che l'azienda - che ieri ha pubblicato l'odg della prossima assemblea secondo le richieste del sindaco, confermando comunque la data del 5 giugno, «per ragioni di economicità» insieme all'approvazione del bilancio - ritiene di essere ampiamente nei termini di legge per la convocazione dell'assise.
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