Economia

L'Alfa è pronta a camminare da sola

Ritorno alle origini per Alfa Romeo, come quando alla fine degli anni '80 passò nelle mani di Fiat. Lasciando da parte lo strascico di polemiche, ancora calde a distanza di anni, che accompagnò l'operazione, è Automotive News a ipotizzare la ritrovata autonomia, pur sempre all'interno di Fiat Chrysler Automobiles, del marchio del Biscione nel nuovo piano strategico che l'ad Sergio Marchionne illustrerà il 6 maggio prossimo negli Usa. Alfa Romeo, dunque, diventerà come Maserati e Ferrari, sarà un'entità legale a se stante con un bilancio pubblico.
In questo modo il marchio verrà messo nelle condizioni di esprimere tutte le sue potenzialità e potrà competere più agevolmente nel segmento premium, dove farà tandem con Maserati, contro i temibili rivali di sempre, cioè i costruttori tedeschi (Bmw, Audi e Mercedes), ma anche inglesi e giapponesi (Jaguar, Land Rover, Lexus e Infiniti). Da Torino nessun commento al riguardo, ma neanche smentite. Il progetto trova invece l'apprezzamento del mercato: le azioni Fiat, infatti, hanno rallentato la corsa solo nel finale di giornata (+0,29%). «La separazione di Alfa Romeo - secondo Intermonte - potrebbe anche facilitare eventuali spin-off e cessioni», ipotesi tuttavia ritenute «improbabili», anche se il magazine online rilancia ancora l'interesse di Volkswagen per il Biscione («proposta espressa pubblicamente dallo stesso presidente del consiglio di sorveglianza, Ferdinand Piëch), giudicando il possibile scorporo come «preludio alla vendita del marchio». Se questa ricostruzione corrispondesse al vero, per quale ragione l'ad Marchionne starebbe sbandierando ai quattro venti la volontà di fare di Alfa Romeo il perno su cui basare il futuro prossimo del gruppo? E per quale motivo, sempre Marchionne, avrebbe già deciso di fare dello stabilimento di Cassino (qui l'attesa è di essere pronti per la primavera 2015), la nuova «casa» della futura gamma Giulia? (Quando Daimler si disfò del «peso» - di allora - Chrysler, propose ai possibili acquirenti un'azienda sulla quale gli investimenti erano fermi). Cedere Alfa Romeo al nemico tedesco proprio ora, quando si intravede un piano d'azione finalmente concreto e forte del successo che il rilancio di Maserati sta ottenendo nel mondo, suonerebbe come una beffa e una presa in giro che costerebbe al top manager la faccia.
Dovrebbero essere sei i nuovi modelli del Biscione che Marchionne si prepara ad annunciare: un crossover e una berlina media assemblati a Cassino, una grande berlina e un Suv di grossa taglia prodotti a Mirafiori, oltre a una grande coupé e a una roadster due posti della cui realizzazione si saprà la prossima settimana. Le versioni top di queste vetture dovrebbero montare motori a benzina V6, varianti dei propulsori Ferrari sviluppati per Maserati e adattati dagli ingegneri di Alfa Romeo.

La Maserati di Modena, inoltre, dovrebbe ospitare il nuovo quartier generale del Biscione, che traslocherebbe così da Torino, collocando Alfa nella «Terra dei motori», in casa del Tridente e a due passi da Ferrari (e Lamborghini).

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