L'America tira il freno e cresce solo dello 0,5%

I consumatori comprano meno e le imprese non investono: compito delicato per la Fed

Rodolfo Parietti

Ad appena ventiquattr'ore di distanza dall'avvertimento della Federal Reserve sul singhiozzante andamento dell'economia Usa, il dipartimento al Commercio scodella il peggior dato sul Pil dal primo trimestre 2014. È un asfittico +0,5%, quello registrato tra gennaio e marzo, che muove appena appena le lancette della crescita, delude le attese degli analisti (+0,7% la loro stima) e segnala una forte frenata rispetto all'espansione dell'1,4% nell'ultimo quarter del 2015. Un dato che proietta, tra l'altro, qualche ombra sulla tenuta complessiva della crescita, da qui alla fine dell'anno, soprattutto se la banca centrale Usa darà corso ad almeno due rialzi dei tassi entro dicembre.

Nonostante le ripetute sottolineature sui continui miglioramenti del mercato del lavoro, qualcosa non sembra girare nel motore economico statunitense. La sensazione è che il popolo dei consumatori si muova ancora a scartamento ridotto, preoccupato com'è a dosare col bilancino le spese private, salite dell'1,9% contro l'aumento del 2,4% del periodo ottobre-dicembre 2014. E la cautela non è solo appannaggio di Main Street: gli investimenti delle aziende sono calati del 5,9%, ai minimi dal secondo trimestre del 2009, quando gli Usa erano in piena recessione. C'è poco da fare: rispetto al periodo precedente il virus dei subprime, l'America resta più povera, con un esercito di lavoratori composto da baristi, commessi e camerieri mediamente malpagati, una classe media a rischio di estinzione e un tessuto imprenditoriale con poca o nulla voglia di rischiare nonostante i bassissimi livelli dei tassi d'interesse. Per una famiglia media americana il reddito, oggi, è più basso di 4mila dollari rispetto alla fine della presidenza di Bill Clinton e la disuguaglianza economica, nel frattempo, è aumentata. «Probabilmente abbiamo gestito» la crisi finanziaria «meglio di ogni altra grande economia sulla Terra nella storia moderna», ha orgogliosamente detto Barack Obama in un'intervista al magazine del New York Times. Eppure, gli sforzi e i risultati dell'amministrazione sono stati, secondo il presidente, ampiamente sottovalutati. Il problema è che la gente è influenzata «da quello che sente. E se tu hai un partito (quello repubblicano, ndr) che nega qualsiasi progresso e ripete continuamente che le cose vanno in modo terribile, la gente comincia» a crederci.

Certo, il dato del primo trimestre potrebbe essere successivamente rivisto al rialzo o rivelarsi un fatto episodico legato al prezzo del petrolio, che ha affossato i profitti della compagnie di servizi petroliferi come Schlumberger e Halliburton.

Ma quasi tutti i settori dell'economia si sono indeboliti da gennaio a marzo, con la sola eccezione del mercato immobiliare. Segnali che non depongono a favore di un recupero sensibile nei prossimi trimestri. Con un'economia in queste condizioni, la Fed sarà per forza costretta a un pilotaggio della politica monetaria estremamente accorto.

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