Lavoro, tv e tlc: le toghe Usa fanno peggio che in Italia

Un autista fa causa per essere assunto e la California bastona Uber- C'è la maxi-sanzione per At&T ma gli americani snobbano il web 2.0

Lavoro, tv e tlc: le toghe Usa fanno peggio che in Italia

Un giudice del lavoro ha inferto un colpo duro a Uber, la bestia nera dei tassisti di tutto il mondo. Il suo servizio lo conoscete: attraverso un'applicazione, presente sul vostro telefonino, potete ordinare una macchina blu. Un mix tra taxi e noleggio con conducente che sta avendo un successo planetario. Ma torniamo al nostro magistrato e alla sua decisione, che è stata completamente oscurata dai giornali italiani. Un'autista ha ricorso e ha ottenuto dal giudice di essere considerato un lavoratore alle dipendenze di Uber e non già un lavoratore autonomo, un free lance . La decisione è rivoluzionaria: il modello di business della società americana si basa sul fatto che essa fornisca un servizio elettronico a clienti e autisti, una sorta di piazza virtuale, in cui non si assume nessuno, ma si mettono in contatto molti. Se Uber dovesse assumere tutti gli autisti che sono ad essa associati, sarebbe fallita da un pezzo.

Un altro giudice, questa volta più importante, perchè è l'Agenzia pubblica che sovraintende alle telecomunicazioni, ha stabilito una multa monstre. Si tratta di cento milioni e la dovrá pagare l'ex monopolista dei telefoni. Il contenzioso riguarda un contratto di abbonamento al traffico dati sui telefonini. La società prometteva un utilizzo «illimitato» dei dati. In realtá alcuni clienti, grandi consumatori di Interneet, al superamento di certe soglie di consumo, si sono visti ridurre drasticamente la velocitá del flusso dati. Insomma é stata ridotta la velocità con la quale potevano scaricare film, musica o semplicemente la posta. L'accusa dell'Authority è che il comportamento della società è stato truffaldino e non ha adeguatamento informato i propri clienti che superato un certo limite di consumo si sarebbbe rallentato il loro traffico.

Eppure solo il 17 per cento dei cittadini nell'ultimo mese ha usato il podcasting , quel sistema con il quale si ascoltano le radio via Internet, costruendosele a la carte . Cioè confezionandosi il proprio palinsesto. Tre anni fa era il 14 per cento. Poca crescita: gli utenti preferiscono ascoltarsi la stazione preferita con il vecchio e tradizionale sistema.

Ultima notizia di questa zuppa, forse un po' troppo piena di ingredienti, ma che, tra poco, capirete da cosa sono legati. Eccola, allora. Il grande, forse il più grande giornalista televisivo, si inventa una sua eroica partecipazione ad un teatro di guerra, con elicotteri, spari, divise, bombe e pericoli per la vita. I militari però non ci stanno: «Quel frescone, mentre noi combattevamo, mica era là», sostengono gli uomini in divisa. Un classico: il giornalista esagera sulla presa diretta ad un evento, che magari ha approfondito al bordo di una piscina di un hotel internazionale. Ma questa volta gli va male. Il suo editore fa una figuraccia e minaccia il licenziamento. Dopo quattro mesi di oscuramento dal video, il nostro eroe torna a bordo. Stipendio ridotto, si fa filtrare sui giornali, e un programma su un canale meno visibile e famoso. E conseguente giro per i talk show per affermare il proprio pentimento, ma anche per tirare su gli ascolti. Insomma la marachella è stata fatta, ma alla fine il faccione del nostro anchor televisivo è molto noto e dunque tutto si deve mettere a posto. Eccoci arrivati alla morale (scusate la parolaccia). Il giudice del lavoro «socialista», l'ex monopolista dei telefonini, i cittadini arretrati nella tecnologia del podcasting e infine l'anchor ripreso a bordo con un compromesso all'italiana, non sono figli del nostro bel paese, ma storie comparse ieri sul New York Times e riguardanti tutte l'evoluta e favolosa America.

La decisione su Uber l'ha presa niente meno che l'Ufficio del lavoro della California, lo Stato che governa la mitica Silicon valley, dove migliaia di Uber sono nate. Per di più in contrasto con decisioni su pretese analoghe prese in modo diametralmente diverso da altri cinque Stati americani. Dunque la signora Barbara Bervick che lavorò per circa otto settimane come autista di Uber, si beccherá 4.152 dollari in spese e costi che come lavoratore dipendente poteva riaddebitare al suo datore di lavoro. L'ex monopolista delle tlc non è la nostra Telecom (che per motlo meno sarebbe stata frustata) ma la At&t, bastonata dalla Federal Communications Commission oggi a guida democatrica. Tanto politicamente targata che il suo consiglio è esplicitamente fatto da tre democratici e due repubblicani: a proposito dell'indipendenza delle agenzie indipendenti, appunto.

Vi è a questo punto chiaro che l'arretratezza nell'usare i podcast riguarda il popolo più connesso, e cioé quello americano, e che l'anchor di cui abbiamo parlato è il mitico Brian Williams della Nbc ed ex conduttore delle Nightly News, il loro Tg1.

Cari amici della zuppa, pensiamoci due volte prima di dire che siamo i peggiori.

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