L'azienda di Legnano costruì il primo motore diesel in Italia

L'azienda di Legnano costruì il primo motore diesel in Italia

MilanoNegli anni Venti i sommergibili dei suoi cantieri divennero famosi in tutto il mondo perché, per primi, raggiunsero la profondità di immersione di 75 metri. Nel suo albero genealogico anche Ettore Maserati, che fu ingegnere capo per lo sviluppo dei motori, prima di fondare la mitica casa automobilistica, ma ieri i giudici del Tribunale fallimentare di Milano hanno dichiarato l'insolvenza della Franco Tosi Meccanica, la storica azienda di Legnano specializzata nella produzione di turbine. Nomina a commissario giudiziale per Giampaolo Barazzoni ,dello studio Barazzoni & Furnari di Reggio Emilia, e nel provvedimento del giudice delegato Filippo D'Aquino si legge che sussistono «le soglie di accesso alla procedura di amministrazione straordinaria» e che l'azienda, al 31 dicembre 2012, aveva un'esposizione debitoria pari a 192,3 milioni di euro «per un ammontare complessivo non inferiore ai due terzi tanto del totale dell'attivo dello stato patrimoniale» che «dei ricavi provenienti dalle vendite e dalle prestazioni del medesimo esercizio». Respingendo la richiesta del termine di almeno 60 giorni per consentire il deposito di una proposta di concordato preventivo dell'impresa. Inoltre, l'ordine alla società di depositare entro due giorni i bilanci, le scritture contabili e fiscali obbligatorie e anche l'elenco dei creditori. Adunanza per l'esame dello stato passivo fissata al 20 gennaio.
Fin qui la cronaca. Poi ci sono le pagine di storia di quella che, dalla fondazione nel 1874 come Cantoni-Krumm, è una delle anime del territorio di Lombardia. Il primo motore a vapore da 6 MW e già nel 1907 prima azienda italiana a sfornare diesel. Oggi il controllo è dell'indiano Gammon Group, ma quando Benito Mussolini arrivò a Legnano nel 1934, parlò in piazza San Magno proprio su una turbina della Franco Tosi. Durante la Seconda guerra mondiale le raffiche in aria delle Ss per convincere i dipendenti a rimettersi al lavoro. Negli anni Settanta oltre 6mila lavoratori, adesso i mesi difficili con la decisione di quello sciopero con dieci a turno a sedersi sul cassone del camion in uscita per boicottare una commessa con destinazione Dubai e poi Iran per realizzare una centrale elettrica.

Poi l'insolvenza e il commissario.
Ma i sindacati Film e Uilm sono soddisfatti perché il tribunale ha «scongiurato il fallimento». Anche se da pagare ci sono gli stipendi e gli anticipi della cassa integrazione ordinaria.

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