Il 2013 per Monte Paschi è iniziato con il botto. Non è la solita frase fatta, ma il dato incontrovertibile della seduta di ieri. Il titolo dell'istituto senese ha guadagnato il 12,34% a 0,264 euro con circa 838 milioni di titoli passati di mano (a fronte di una media mensile di 141 milioni), pari al 7,17% del capitale.
Un andamento anomalo che ha fatto drizzare le antenne alla Consob. L'Authority guidata da Giuseppe Vegas ha strettamente monitorato le azioni della banca, ieri sospese più volte al rialzo.
Il rally, però, ha un'origine prevalentemente tecnica. Sin da ieri mattina, infatti, sono partiti grandi ordini su Mps da parte di intermediari finanziari esteri e italiani. Un'ondata alla quale si sono accodati piccoli e grandi trader. Gli acquisti sono partiti in automatico al superamento di quota 0,23 euro, livello raggiunto giovedì scorso. Nei mesi scorsi il titolo è stato «bastonato» dalle vendite allo scoperto, cioè quelle effettuate senza disporre materialmente delle azioni. Ora che il valore si è ripreso ci si «ricopre», ossia si riallungano le posizioni in attesa della prossima occasione.
C'è anche un altro motivo tecnico alla base dell'impennata: il calo degli spread. Mps ha in portafoglio poco più di 22 miliardi di Btp. Ieri il differenziale di rendimento è sceso a 272 punti. Un recente report di Mediobanca ha evidenziato che l'istituto senese risolverebbe i propri problemi di patrimonializzazione (oggi garantiti dalla prossima emissione di 3,9 miliardi di Monti-bond che surrogheranno anche 1,9 miliardi di vecchi Tremonti-bond) se lo spread calasse a quota 160 punti. A quel punto il Core Equity Tier 1 salirebbe al 12,5% (dall'attuale 10%) e potrebbe rimborsare gli aiuti di Stato (incluse le cedole 2012 e 2013 delle obbligazioni in mano al Tesoro che costeranno circa 560 milioni) senza ricorrere al previsto aumento di capitale da un miliardo di euro e mantenendo un Core Tier 1 del 9%, in linea con «Basilea 3» (a prescindere dal possibile e auspicato rinvio della nuova normativa). In questo modo si potrebbe rinviare a tempi migliori anche la ricerca di un nuovo socio.
Molto dipenderà anche dal modo in cui si pagherà la cedola dei Tremonti-bond: la Bce vorrebbe che senza dividendo gli interessi fossero corrisposti in azioni. Il governo ha invece ideato l'escamotage della cedola in nuovi Monti-bond. Ecco perché di tanto in tanto tornano i rumor su un possibile intervento del Fondo strategico della Cdp, come accaduto per il 4,49% di Generali in Bankitalia.
Il mercato, infine, punta anche sulla capacità del tandem composto dal presidente Alessandro Profumo e dall'ad Fabrizio Viola di far fronte alle nuove sfide.
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