Proseguono le critiche dei partiti della maggioranza e delle parti sociali alla Legge di stabilità varata pochi giorni fa dal governo. Le parti più contestate sono quelle relative a Iva, detrazioni e deduzioni fiscali. In giornata sembrava che il governo volesse posticipare di un anno le detrazioni, ma in serata arriva la smentita ufficiale: nessuna modifica alla legge di stabilità relativamente alla cosiddetta retroattività dei tagli delle detrazioni e delle deduzioni fiscali.
Intanto dalla Relazione tecnica del governo si apprende che il calo delle prime due aliquote Irpef di un punto costerà, nel 2013, 4,1 miliardi di euro e 6,508 miliardi nel 2014. Per assestarsi a 5,853 miliardi nel 2015.
I tagli degli "sconti fiscali", con la franchigia e il tetto porteranno risparmi complessivamente pari a 1,156 miliardi di euro "in termini di competenza annua". L’aumento di un punto di Iva per le aliquote al 21% e al 10% comporterà per lo Stato una perdita di gettito di 3,280 miliardi di euro. Quantificato in 120 milioni l’anno nei prossimi tre anni il mancato gettito derivante dall’applicazione della norma sul Tfr.
Tra le possibili modifiche anche la stretta sui benefici per i permessi ai dipendenti pubblici che hanno parenti disabili. Ammontano a 49,8 milioni i risparmi che si otterrebbero con la stretta ai permessi della 104 per i lavoratori pubblici che assistono un parente disabile. "L’intervento trae origine - spiega la Relazione tecnica - dalla maggiore incidenza percentuale nella fruizione dei permessi nel settore pubblico rispetto a quella riscontrata nel settore privato e dalla conseguente esigenza di ricondurre a livelli fisiologici".
Ai microfoni di TgCom24 il viceministro del Lavoro, Michel Martone, si lamenta per lo scarso entusiasmo che ha fatto seguito alla scelta del governo di abbassare le tasse: "E' stato scelto di dare un segnale agli italiani che è possibile ridurre le tasse: è
sorprendente che non c'è stata una reazione positiva più forte perché è la prima volta che si riducono con grande sacrificio. Stiamo parlando - ha spiegato Martone - di una riduzione per le fasce più basse della popolazione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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