Economia

Legge di stabilità: salta il taglio delle aliquote Irpef, bloccata l'Iva al 10%

Si rinuncia alla riduzione sulle aliquote Irpef del 23% e del 27% per bloccare l'Iva al 10%

Una vittoria del parlamento sul governo dei tecnici. Il ministro dell'Economia Vittorio Grilli e i relatori sono riusciti a raggiungere un'intesa di massima sugli "obiettivi" per riscrivere la legge di stabilità. Se da una parte il governo si rimangia le promesse sulla diminuzione della pressione fiscale non riuscendo a tagliare le aliquote Irpef, dall'altra i relatori si impongono nel destinare i risparmi ottenuti per sterilizzare l'aliquota intermedia dell’Iva (quella del 10%) e per le detrazioni a favore del lavoro. "Finalmente si comincia a provare a parlare di sviluppo e non solo di tasse", ha commentato con soddisfazione il deputato del Pdl, Guido Crosetto.

Non più solo tasse, ma anche sviluppo. Solo un paio di settimane fa la stampa internazionale ergeva il Professore a "esempio per tutti i partiti italiani". "Come Monti ha dimostrato - sottolineava il Financial Times - è possibile sostenere misure che siano allo stesso tempo politicamente popolari ed economicamente sostenibili senza rinnegare il consolidamento del bilancio". Un giudizio positivo era arrivato anche dal Wall Street Journal. "Non tutte le notizie che arrivano questa settimana dall'Europa sono terribili", spiegava il quotidiano americano citando proprio la decisione di Monti di tagliare l'Irpef per le prime due aliquote. Taglio che, appunto, non c'è stato: in base all'intesa di oggi l'esecutivo avrebbe infatti si tralasciato l’abbassamento delle due aliquote Irpef più basse. Tuttavia, grazie a questa operazione, si renderanno disponibili le risorse necessarie a sterilizzare l’aumento dell’aliquota Iva del 10%, quella cioè che incide sui beni di consumo base. Al momento, però, l'Iva del 21% è destinata a aumentare di un punto così come già previsto. Salterebbe, inoltre, la retroattività del taglio di detrazioni e deduzioni, mentre sulla franchigia e sul tetto di ciascuna di esse "si sta ancora ragionando". Nell’incontro tra Grilli e i relatori, che si sono riuniti oggi pomeriggio a Montecitorio, hanno anche deciso che il fondo di 900 milioni che fa capo a Palazzo Chigi verrà "qualificato" e le risorse saranno destinate al "sociale".

"Una riscrittura totale e più intelligente", ha commentato il relatore del Pdl Renato Brunetta. "Un passo avanti significativo, si consolida l’impianto", ha fatto eco il democratico Pier Paolo Baretta. I partiti sono, nel complesso, soddisfatti. La riscrittura è, infatti, una vittoria del parlamento sul governo dei tecnici. "Il lavoro svolto del Pdl sta dando buoni frutti e costringe il governo a migliori consigli tenendo conto innanzi tutto delle esigenze delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese - ha commentato Crosetto - finalmente si comincia a provare a parlare di sviluppo e non solo di tasse". Ai relatori Grilli avrebbe dato la propria "disponibilita" a riscrivere la manovra a parità di saldi secondo le modalità proposte. Mentre il realtore della legge di bilancio, l'Udc Amedeo Ciccandi, ha sottolineato che si può parlare di "intesa sugli obiettivi" tra maggioranza e governo, Brunetta e Baretta hanno evidenziato che non ci sono ancora i dettagli tecnici per formalizzare l’accordo.

Si dividono, invece, i sidacati: la Cgil favorevole, la Cisl insoddisfatta.

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