Legno arredo, il Veneto laboratorio di crescita

Incontro tra il presidente di FederlegnoArredo e imprenditori in una regione con 8mila imprese che fatturano 6,5 miliardi (3,2 di export). Emanuele Orsini: "Il governo attui politiche economiche e industriali che ci consentano di competere ad armi pari nel mondo". Matteo Zoppas: "Modelli innovativi per entrare in nuovi mercati"

Legno arredo, il Veneto laboratorio di crescita

Segnali di ripresa dalla filiera del legno-arredo in Veneto dove l’export tira e le aziende tornano ad assumere. La fotografia di un settore manifatturiero sempre più importante del made in Italy emerge dall’incontro fra il presidente di FederlegnoArredo Emanuele Orsini, imprenditori ed istituzioni nella sesta tappa di un tour attraverso l’Italia che produce e vuol crescere iniziato prima dell’estate. Tappa importante perché il Veneto con oltre 8mila aziende che pesano per il 25% sulla produzione italiana della filiera, è la prima regione italiana nel mobile per addetti (49.364 unità) e fatturato (6,5 miliardi di euro) con il 49% di imprese del mobile, 45% del legno e 6% dell’illuminazione.

Con 3,2 miliardi di euro esportati dalla filiera in quasi 180 Paesi del mondo, il Veneto è la seconda regione italiana per valore di esportazioni. Mercati principali sono Francia (con una quota del 28% sull’export totale italiano), Germania (35%), Regno Unito (30%) e Stati Uniti (33%). Treviso è la provincia più rappresentativa della filiera, seguita da Vicenza. Venezia è la seconda provincia nell’illuminazione, grazie alla lavorazione del vetro.

“Il Veneto, regione meravigliosa e terra di uomini operosi capaci di conquistare il mondo grazie a uno spiccato senso degli affari e a un’anima commerciale sempre pronta a tornare in superficie. Da questa unione tra amore per il territorio e voler fare è nato un mix unico capace di far trasformare il Veneto in un polo industriale e terziario fra i più dinamici in Italia - ha detto Emanuele Orsini -. Sono numeri importanti che confermano la necessità da parte del Governo di attuare politiche economiche e industriali che consentano ai territori di esprimersi al meglio, dal Nord al Sud, garantendo al Paese la possibilità di competere ad armi pari nei mercati di tutto il mondo”.
“Per favorire questo processo, indispensabile per il futuro dell’Italia - ha aggiunto -, FederlegnoArredo rafforzerà la sua presenza sul territorio incentivando il dialogo, il networking e il business e intensificherà i rapporti con le istituzioni locali e nazionali per poter creare condizioni favorevoli alla crescita delle nostre imprese”.

“I dati economici e congiunturali confermano la centralità del Veneto nella filiera del legno-arredo consegnandoci il ritratto di un territorio strategico, stabilmente ai primissimi posti a livello nazionale - ha sottolineato Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Veneto -. A conferma dell’importanza del settore, insieme a FederlegnoArredo abbiamo avviato con la Regione Veneto un percorso per aprire un tavolo tecnico con l’obiettivo di sostenere e sviluppare tali potenzialità, di cui non sempre c’è piena percezione”.

Iniziativa che vede Confindustria Veneto impegnata a predisporre “un documento comune e condiviso di policies mirate allo sviluppo del settore, oltre che per attivare apposite linee di finanziamento con fondi comunitari per l’innovazione e per l’ideazione di percorsi di formazione che forniscano alle imprese profili professionali con nuove skills”. “In Veneto, dove ci vengono ampiamente riconosciuti eccellenza produttiva, design, innovazione incrementale e dove la componente di export per la manifattura è determinante, la filiera del legno-arredo può diventare il laboratorio (estendibile anche ad altri comparti) nel quale sviluppare modelli innovativi per entrare in nuovi mercati”, ha concluso Zoppas.

Strategia di crescita che trova riscontro in una indagine tra gli associati di FederlegnoArredo riguardante sul fabbisogno occupazionale per i settori legno, mobile, illuminazione da cui risulta che il 79% delle imprese venete intendono assumere nuovo personale nei prossimi due anni, prevalentemente per aumentare l’organico attualmente presente in azienda.


Nel reparto produttivo la ricerca si concentra nel reperimento di nuove risorse specializzate e nella sostituzione di quelle meno qualificate; di nuovi progettisti e responsabili dell’ufficio tecnico per sviluppare l’innovazione; aumenta la richiesta di risorse commerciali soprattutto per i Paesi esteri; si cerca personale nuovo per rafforzare le attività di pianificazione e controllo.

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