Maddalena Camera
L'Italia potrebbe essere tra i rari paesi che vedono un gestore elettrico, l'Enel, entrare nella realizzazione e gestione di una rete in fibra ottica. In Europa infatti soltanto l'Irlanda, con l'operatore elettrico Esb, sta procedendo in una simile impresa, ossia usare i cavidotti della rete elettrica per posare quella in fibra ottica. Nel caso irlandese però, prima di poter iniziare a utilizzare la rete (appunto anche per la posa per la fibra) Esb ha dovuto notificare la decisione al Cer (Commission for Energy Regulation), in pratica l'Autorità per l'energia del paese.
La stessa società Esb si è premurata di chiedere l'autorizzazione affermando, tramite lettera, che l'utilizzo delle infrastrutture elettriche per la fibra deve comportare un riduzione delle tariffe elettriche pagate dagli utenti finali. Insomma se i cavidotti vengono usati per un doppio uso e conseguentemente possono produrre per il gestore elettrico degli extraprofitti, derivanti dall'affitto della rete in fibra ottica ai gestori di tlc, la società elettrica deve farne beneficare anche i suoi clienti «tradizionali» riducendo la bolletta.
In Irlanda esiste però una normativa precisa visto che il concessionario della rete di distribuzione elettrica è tenuto a notificare alla Commission for Energy Regulation quando intende utilizzare l'asset rete elettrica per un uso diverso da quello legato allo svolgimento della funzione di rete di distribuzione elettrica. Mentre in Italia al momento, non è così. Enel infatti non ha l'obbligo di fare comunicazioni all'Autorità per l'Energia. Almeno per ora. Ha però chiesto un parere consultivo sulla partecipazione ai bandi di gara per aree C e D, ossia quelle a fallimento di mercato, a tutte e quattro le Authority: Anac, Agcom, Antitrust ed Energia. Non è quindi escluso che, una volta entrata Enel nel mercato concorrenziale delle tlc, il principio irlandese della equa distribuzione di benefici e sinergie dall'utilizzo dei cavidotti, non trovi seguaci anche in Italia. Quanto all'Irlanda, sarà lo stesso Cern a specificare quale sarà l'entità della riduzione delle tariffe elettriche conseguente al riutilizzo di infrastruttura per la posa della fibra. Da notare che a Dublino Vodafone ha investito direttamente nel piano di Esb, per la realizzazione della rete in fibra in 50 città, 450 milioni di euro. In Italia invece Enel ha firmato degli accordi con Vodafone e Wind ma solo per il noleggio della sua rete in fibra dopo che l'avrà realizzata.
Il progetto di Enel, come specificato sia dall'ad Francesco Starace sia dal direttore finanziario Alberto de Paoli, andrà avanti anche da solo, senza cioè l'acquisto di Metroweb, la società della rete a banda ultralarga principalmente a Milano oltre che Genova, Bologna e Torino, su cui la società elettrica
dovrebbe avanzare un'offerta a breve.Anche quest'ultima, per essere perfezionata, dovrebbe sottostare al via libera delle Authority anche europee. Che, per i loro orientamenti, potrebbero trarre spunto dalla vicenda irlandese.
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