Economia

Leonardo, la svolta a trazione europea

La transizione industriale dell'ex Finmeccanica. Con la partecipazione all'eurodrone il gruppo cresce nell'elettronica per la Difesa

Leonardo, la svolta a trazione europea

Leonardo prova a dimenticare i problemi con Boeing e grazie alla spinta dei progetti europei prepara un 2022, l'ultimo del mandato di Alessandro Profumo, che dovrebbe consacrare la trasformazione del gruppo verso l'elettronica per la Difesa. Un percorso di transizione industriale a trazione europea. Leonardo è salita, infatti, a bordo dell'eurodrone, il progetto di velivolo armato a pilotaggio remoto con il quale l'Europa persegue l'obiettivo dell'indipendenza dalla tecnologia di Stati Uniti e Israele. Una maxicommessa da 7,1 miliardi di euro, di cui l'Italia ha il 23% del programma, con una spesa di 1,8 miliardi e che rafforza la già stretta collaborazione con Airbus.

«L'intesa porterà nuove collaborazioni perché ormai spiega un analista perché ormai il gruppo è entrato nel club del sistema europeo e potrà valorizzare le proprie competenze. Inoltre, la commessa risolve il nodo Grottaglie, il sito produttivo tarantino in crisi per i problemi con Boeing». Gli impianti che beneficeranno principalmente del progetto sono Foggia e, appunto, Grottaglie.

Sulla scia delle novità europee Leonardo è stato l'unico titolo a schivare le vendite nel giovedì nero di Piazza Affari causato dallo scoppio del confitto in Ucraina. Il titolo ha guadagnato oltre il 4% giovedì e un altro 4% nell'ultima seduta della settimana attestandosi a ridosso dei 7 euro. Il gruppo si avvia così a licenziare i conti del 2021 sotto buoni auspici. Il velo sarà alzato il 10 marzo a Borsa chiusa. Il management ha già indicato lo scorso 27 gennaio che gli ordini, i ricavi e l'ebitda del 2021 saranno nella fascia alta del range previsto con un free cash flow operativo di circa 200 milioni di euro o il doppio della guidance iniziale. Mediobanca stima utili a 535 milioni (dai 241 del 2020), una raccolta ordini pari a 14 miliardi di euro, in linea con la stima del consenso, e ricavi pari a 14,3 miliardi dai 13,41 miliardi del 2020. In sostanza, i numeri confermeranno il forte slancio del business militare-governativo, un mercato resiliente degli elicotteri civili e segnali di ripresa dalla divisione Aerostrutture, con il 2021 che sarà con ogni probabilità un anno particolarmente negativo per questa divisione in difficoltà.

Sul fronte militare governativo proprio ieri gli Eurofighter, costruiti in Italia da Leonardo e consegnati a dicembre, alle Forze aeree kuwaitiane (Kaf) hanno sorvolato Kuwait City in occasione della parata nazionale del 2022. Tornando ai nodi del gruppo ora il management si aspetta che la divisione Aerostrutture raggiunga il pareggio a livello di ebitda e cassa nel 2025. «Nel breve termine, è probabile che la sua ripresa sia supportata proprio dai programmi di Airbus che si è impegnata a dare il proprio contributo.

Tra i fattori di incertezza 2022, tuttavia, potrebbe pesare la visibilità limitata sulla tempistica delle cessioni programmate. In particolare, quella di Oto Melara e Wass. A ottobre il gruppo italiano della Difesa ha ricevuto le prime manifestazioni di interesse dal gruppo franco-tedesco Knds e da Fincantieri. Il primo, che mira a rafforzare la sua posizione nel settore delle difesa terrestre, offre 650 milioni. Tuttavia, il governo italiano, che controlla sia Fincantieri sia Leonardo, non è disposto a lasciare Oto Melara e Wass interamente nelle mani di un gruppo straniero e sarebbe pronto a sostenere il coinvolgimento nell'operazione del costruttore navale (450-550 milioni ma solo dopo un aumento di capitale). La partita che vuole giocare Leonardo in questo caso sarebbe tutta europea ma le resistenze politiche non saranno facilmente neutralizzabili.

In gioco c'è lo sviluppo a lungo termine, sostenibile solo «facendo sistema» con i tedeschi, per lo sviluppo del «carro europeo»: carri da battaglia di ultima generazione che richiedono ingenti investimenti.

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