Economia

Lettera di richiamo sui conti: la commissione Ue boccia Renzi

La commissione Ue prepara un richiamo all'Italia sui conti pubblici: nel mirino la tenuta dei conti pubblici con richiesta di correzione del deficit. Padoan minimizza: "Normale discussione"

Lettera di richiamo sui conti: la commissione Ue boccia Renzi

"Con Bruxelles è in corso una discussione normale per verificare i dati del 2016 della finanza pubblica e quindi con il Def, il Documento di economia e finanza di aprile, troveremo una soluzione definitiva sia nel quadro di finanza pubblica sia delle previsioni di crescita". Incontrando la stampa a margine di un evento dell'Aspen Institute italiano a Londra, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha provato a minimizzare la lettera di avvertimento sui conti pubblici che la settimana prossima, forse già martedì, Bruxelles potrebbe inviare a Matteo Renzi. In quelle pagine i tecnici di Bruxelles ha messo nero su bianco l'allarme sulla tenuta dei conti con richiesta di correzione del deficit.

La Commissione Ue sta preparando lettere indirizzate all'Italia e agli altri Paesi i cui conti pubblici rischiano deviazioni importanti dagli obiettivi per esprimere preoccupazione circa il percorso dei bilanci pubblici. Le lettere, che esulano dal processo del semestre europeo ma rientrano nella possibilità che la Commissione ha di richiamare i Paesi Ue quando necessario, dovrebbero essere inviate nei primi giorni della prossima settimana. La lettera che esprime preoccupazione sul percorso dei conti pubblici potrebbe, quindi, arrivare assieme ai giudizi definitivi sugli squilibri macroeconomici, attesi per martedì. Per l'Italia non si attendono sorprese dalle "pagelle" perché dovrebbe restare nel gruppo di Paesi con squilibri eccessivi che necessitano di un monitoraggio stretto ma nessuna misura correttiva obbligatoria. Ovvero, non scatterà una procedura per squilibri eccessivi, prevista dalle regole ma mai applicata finora, che può comportare anche sanzioni. Nemmeno la lettera di richiamo sui conti dovrebbe contenere richieste specifiche, cioè non tradurrà in cifre la necessità di correzione del bilancio evidenziata.

Ma i rilievi di Bruxelles rientreranno nella partita aperta con il governo italiano sulla flessibilità, la cui risposta definitiva è attesa per maggio, dopo che Eurostat avrà certificato i dati del 2015.

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