"L'euro digitale per garantire la nostra sovranità monetaria"

Panetta lancia l'allarme sulla minaccia delle stablecoin straniere. A rischio l'attività creditizia e i dati personali

"L'euro digitale per garantire la nostra sovranità monetaria"
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Il rischio per l'Europa è di perdere la sua sovranità monetaria. A scriverlo, tra le righe delle Considerazioni finali, è il governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta. Il riferimento è alle cosiddette stablecoin, criptoasset ancorati a una valuta ufficiale (generalmente il dollaro) che mantengono quindi un valore stabile e possono essere usate come sistemi di pagamento tra cittadini. «Se grandi piattaforme tecnologiche estere decidessero di promuoverne l'uso nei pagamenti tra i propri clienti», scrive Panetta, «i mezzi di pagamento tradizionali utilizzati a livello nazionale come banconote e carte potrebbero essere spiazzati, con effetti negativi sulla sovranità monetaria, sulla tutela dei dati personali e sullo svolgimento dell'attività creditizia».

Del resto, si immagini se operatori stranieri riuscissero a imporre stablecoin ancorate al dollaro ai cittadini europei, che fine farebbe l'euro? Non è un caso che il presidente americano, Donald Trump, guardi con grande interesse al tema. Il capo della Casa Bianca, a colpi di ordini esecutivi, ha tolto vincoli all'emissione di valute digitali sul suolo americano. Inoltre, la Fed e le altre autorità di regolazione bancaria hanno cancellato la necessità per le banche di chiedere autorizzazioni preventive per partecipare a iniziative sulle stablecoin. Lo stesso Trump, insieme ai suoi figli, ha sostenuto il lancio dello stablecoin USD1 da parte della World Liberty Financial, uno strumento ancorato al dollaro statunitense e garantito da titoli del Tesoro a breve termine e depositi in contanti.

Criptovalute (come il Bitcoin) e stablecoin sono mondi simili ma diversi, le prime si sono consolidate come strumenti d'investimento speculativo, mentre le seconde si propongono come sistemi di pagamento talvolta anonimi che fanno capo a società private. Quest'ultimo è un rischio potenziale per i detentori di queste valute, che sarebbero esposti alla solidità degli emittenti.

Secondo Panetta, quindi, «serve una risposta all'altezza della trasformazione tecnologica in atto, capace di soddisfare la domanda di strumenti digitali di pagamento sicuri, efficienti e accessibili, preservando il ruolo della moneta di banca centrale. Il progetto dell'euro digitale nasce esattamente da questa esigenza». Non è un caso che Panetta spinga sul punto, anche perché lui è stato il protagonista nello sviluppo del progetto alla Banca centrale europea.

L'euro digitale sarebbe legato all'euro, i cittadini potrebbero scambiarlo tra loro attraverso lo smartphone, anche senza connessione internet. Sarebbe probabilmente accettato da tutti, in tutti i paesi europei. Senza passare dai circuiti internazionali come Visa e Mastercard. Almeno inizialmente, avrebbe un limite giornaliero di euro prelevabili dai conti per essere trasformati in euro digitale. Una cautela, quest'ultima, per tranquillizzare le banche più piccole dell'Eurozona, che avevano timore di veder scarseggiare la loro liquidità. L'obiettivo della Bce sarebbe quella di partire nel 2028.

I lavori però stanno andando avanti tant'è che Piero Cipollone, membro del comitato esecutivo della Bce, ha indicato Poste Italiane come partner dell'iniziativa «per fare in modo che tutti i cittadini possano avere accesso all'euro digitale».

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