Generali, UnipolSai, Cattolica (e non solo) sono sotto esame. Eiopa, l'Autorità europea per le assicurazioni e la previdenza, ha infatti avviato lo «stress test» 2016 per valutare la tenuta del settore assicurativo europeo in condizioni di mercato avverse. Entro il 15 luglio le compagnie assicurative dovranno rispondere all'Authority, che avrà 5 mesi per elaborare i dati e pubblicarli a dicembre. Gli analisti sono comunque abbastanza ottimisti: le trimestrali sono state piuttosto soddisfacenti a livello di solvibilità (Generali ha un indice al 188%, Unipolsai al 176%, Cattolica al 190%) e la raccolta sta dando qualche segno di vita. Ma nulla è escluso.
C'è infatti chi come Vincenzo Longo di IG ricorda che, al di là dei buoni livelli di solvibilità, il vero rischio per il settore è la persistenza dei tassi di interesse rasoterra. «I tassi bassi stanno minacciando la capacità di fare business dei gruppi assicurativi che, per garantire i rendimenti dovranno assumersi più rischi. E tutto questo, nello scenario attuale, espone le società a esiti incerti in vista degli stress test». Per Longo, in definitiva, «le grandi compagnie assicurative non sono immuni da problemi e potrebbero andare incontro a possibili ricapitalizzazioni, nonostante il business diversificato». Due anni fa, in occasione dell'ultimo test, l'Italia era uscita vincente: l'Ue aveva diffuso soltanto i dati di sistema e la patrimonializzazione complessiva italiana era risultata migliore di quella media europea e solo in un caso, nello scenario di rialzo degli spread, peggiore. L'esame ora in corso tuttavia si svolge in un contesto diverso e prevede altre analisi rispetto al test del 2014.
Due le ipotesi allo studio: un periodo di tassi persistentemente bassi su tutte le scadenze e choc finanziari di forte intensità e diversa natura. I broker non sembrano comunque particolarmente preoccupati per il fronte italiano.
Ma la giostra è appena ripartita. «Il quadro informativo sugli stress test in corso per ora è lacunoso, troppo per poter effettuare delle analisi accurate. Occorrerebbe avere qualche dettaglio in più rispetto alle ipotesi di choc finanziari ipotizzati, anche se gli indici di solvibilità registrati dalle compagnie assicuratrici italiane nel primo trimestre lasciano abbastanza tranquilli rispetto agli stress test», sostiene un analista milanese secondo cui tuttavia i rischi non mancano. «Il sistema prosegue il broker potrebbe non essere pronto ad affrontare una situazione come quella del 2011, ovvero spread fuori controllo e rendimenti decennali dei titoli di Stato schizzati letteralmente in orbita». Un ulteriore rischio, sempre a giudizio dell'esperto, è determinato dai tassi di interesse bassi: se la situazione non si dovesse normalizzare nel medio termine, ovvero non oltre i cinque anni, potrebbe mettere le compagnie assicurative sotto pressione.
In questo scenario, per gli esperti, Generali offre la posizione migliore nel comparto italiano grazie alla maggiore diversificazione geografica, che si traduce in una minore esposizione del gruppo ai titoli di Stato italiani.
Proprio ieri Jp Morgan ha confermato il giudizio positivo sul Leone di Trieste Generali per quattro ragioni: la raccolta in crescita, il più basso combined ratio nel ramo Danni tra le compagnie assicurative europee, l'attività di ristrutturazione portata avanti con efficacia dal gruppo e il piano industriale atteso per l'autunno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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