L'Imu manda al tappeto le piccole imprese

L'Imu manda al tappeto le piccole imprese

Imu carissima anche per i capannoni, laboratori, uffici e immobili industriali in genere. Il rincaro rispetto all'Ici sarà anche del 154%, secondo i calcoli della Cgia di Mestre. Una mazzata per imprenditori e piccole imprese già in difficoltà a causa della crisi.
La notizia, ovvio, non è nuova. Il calcolo apocalittico dell'incidenza delle nuove aliquote e moltiplicatori fatte anche sugli immobili industriali era già noto da oltre 6 mesi ma nulla è stato fatto per cercare di mitigare gli effetti della tassa sulle attività produttive. Ad esempio la raccolta firme tra i piccoli imprenditori, organizzata dalla Confartigianato di Como, per sensibilizzare i sindaci, non è andata a buon fine e la speranza di ottenere delle aliquote minime, allo 0,4% come per le prime case, anche per gli immobili industriali è stata delusa. A Como l'aliquota è stata fissata al 7,6 per mille, la minima per le seconde case. Del resto, su 98 comuni monitorati dalla Cgia, solo Asti ha diminuito di un punto l'aliquota portandola al 6,6 per mille, 13 Comuni hanno mantenuto quella base del 7,6, mentre gli altri 84 (pari all'85,7%) l'hanno aumentata. Tra questi ultimi, ben 33 (pari al 33,6%) ha portato l'aliquota Imu al valore massimo consentito dalla legge: 1,06 per mille.
Tra questi comuni c'è, ovviamente, Milano. Così alla fine gli imprenditori milanesi si ritroveranno a pagare il 154% in più, che vuol dire un aumento medio di 2.331 euro. Male anche per Lucca e Lecce: in entrambi i casi l'incremento è del 131,3%. Rispetto al 2011, gli imprenditori lucchesi pagheranno 1.158 euro in più mentre quelli salentini subiranno un aggravio di ben 2.501 euro. Sempre secondo lo studio gli aumenti di imposta a livello medio saranno del 67%, pari ad un maggior aggravio per le imprese di 1.402 euro. I sindaci insomma in generale, hanno mantenuto l'aliquota ordinaria sulla prima casa, cercando così di non penalizzare troppo le famiglie, ma l'hanno ritoccata enormemente all'insù sulle seconde case e sulle attività produttive e commerciali. Con il risultato di penalizzare il mercato delle abitazioni utilizzate per vacanza, che è ormai praticamente ingessato, e di tutti gli immobili che servono alle imprese.
Non solo. Venerdì scorso è stato presentato un ricorso al Tar dalle scuole cattoliche e paritarie che hanno chiesto di abolire la tassa sulle loro strutture o di ridimensionarla perchè, altrimenti, anche in questo caso si andrebbe a rischio chiusura di quelle strutture.


«In una fase economica in cui i consumi sono in forte contrazione, il credito continua ad essere erogato con il contagocce e le tasse aumentano - ha detto Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre - auspico che il Governo, visto che la legge gli dà la possibilità di farlo entro il 10 dicembre, riveda al ribasso le aliquote dell'Imu per le attività produttive, altrimenti corriamo il pericolo che molte piccole aziende chiudano i battenti e finiscano per lavorare in nero».

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