Economia

Previsione da incubo sull'Italia: "Il crac che può far saltare tutto"

"Lo Stato a rischio insolvenza", ecco la sentenza che sconvolge. Le banche possono rifiutarsi di elargire prestiti alle imprese anche se garantiti dal governo

Previsione da incubo sull'Italia: "Il crac che può far saltare tutto"

La via di uscita dalla crisi economica è lastricata di buone intensioni. Peccato che spesso, queste buone intensioni, riguardino la buona salute dei conti pubblici. Cosa tutt’altro che scontata. Accade così che un giudice, sostituendosi a una qualunque agenzia di rating, lancia l’allarme sulla tenuta delle finanze pubbliche: lo Stato italiano è a rischio crac. Tutto parte da una sentenza depositata il 20 agosto scorso presso il tribunale di Napoli. Il record di debito, vicino al 150% del Pil, non convince neanche il potere giudiziario. E ne emerge un quadro inquietante. Il magistrato è chiamato a decidere sul ricorso di un ristorante, con sede nel capoluogo campano, che si appella alla magistratura contro la decisione della sua banca di non concedere il famoso prestito da 25mila euro garantito dallo Stato per l’emergenza Covid. Lo scrive La Verità.

Con il decreto Cura Italia, ricordava a reti unificate il premier Giuseppe Conte, "diamo liquidità immediata per 400 miliardi di euro alle nostre imprese, 200 per il mercato interno, altri 200 per potenziare il mercato dell’export". È una massiccia potenza di fuoco che purtroppo resta solo sulla carta. Per la società a responsabilità limitata le parole di Conte andrebbero interpretate in una sola direzione: tutti i possessori di partita Iva hanno diritto all’erogazione del prestito con fideiussione statale. Posizione diametralmente opposta rispetto a quella dell’istituto di credito che rigetta l’istanza di finanziamento per mancanza di "merito creditizio".

Il giudice Caccaviello arriva alla conclusione che la banca è nel giusto nell’aver esercitato una scrupolosa attività di verifica sullo stato di salute della Srl. Specifica, poi, che non esiste automatismo tra l’ammissibilità alla garanzia del fondo statale e l’effettiva erogazione del credito. La conclusione è un terremoto: "Le banche sono aziende private a scopo di lucro, le valutazioni sul merito creditizio sono attività indispensabili per il corretto esercizio del credito e non possono essere sottratte alla discrezionalità della banca la quale, a tal fine, terrà conto della possibilità di valersi della garanzia statale ma sarà libera di determinarsi al riguardo in ossequio al principio costituzionale della libertà di impresa".

Il rischio d’insolvenza da parte del potere pubblico è, dunque, dietro l’angolo. E poco conta se alle spalle di un piccolo ristorante napoletano si nasconda il grande Stato italiano. Le banche hanno il privilegio di decidere autonomamente se concedere o meno il prestito. La garanzia statale, infatti, non pone affatto la banca al riparo da qualunque rischio, essendo il rischio di insolvenza statale oramai non ipotetico. Boom. Un tonfo che gela il sangue nelle vene anche del più scaltro dei trader.

Ma le cattive notizie per il portafoglio pubblico non finiscono qui. Solo pochi giorni fa l’agenzia di rating Fitch, in seguito al suo outlook del mese di settembre, ha effettuato una revisione al ribasso per quanto riguarda le stime del Pil di vari Paesi del mondo relative al 2020, una lista nella quale si trova inclusa anche l’Italia. Bene, i dati non sono buoni. Per quanto riguarda complessivamente l’Eurozona è previsto un calo del 9%, in crescita rispetto all’8% stimato in precedenza. Una crescita che dovrebbe registrarsi anche in Gran Bretagna, dove si passa da una stima del 9% ad una dell’11,5%. Negli Stati Uniti l’agenzia di rating prevede invece un calo del 4,6%, una stima più bassa rispetto a quanto si temeva (ovvero un - 5,6%).

Ma concentriamoci sull’Italia. Le previsioni sul calo del Pil sono in lieve calo, passando da un -9,5% (mese di giugno) ad un - 10%. In soldoni, per concludere, anche il mondo della finanza certifica le difficoltà economiche del Belpaese.

Un triste risultato che indebolisce la spina dorsale del governo italiano e che mette a repentaglio le sorti di milioni di imprenditori, illusi dai giallorossi, e pronti a tutto per fuggire (spesso inutilmente) dalla crisi.

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