Fischio d'inizio per la partita sulle poltrone al vertice delle istituzioni europee. La prima casella è stata riempita ieri dal Consiglio Direttivo della Bce che ha scelto di affidare il timone della Vigilanza unica all'italiano Andrea Enria, oggi a capo dell'Eba (l'autorità bancaria europea). Una volta incassato il via libera dall'europarlamento, prenderà il posto di Daniele Nouy, il cui mandato è in scadenza, a partire dal primo gennaio del 2019 come presidente del board dell'Ssm, il meccanismo di vigilanza unico della Bce. L'incarico dura cinque anni e non è rinnovabile.
Compito del cinquantasettenne Enria, ex Bankitalia, sarà quello di vigilare sulla conformità delle banche ai requisiti prudenziali, individuare le carenze «in fase precoce» e «assicurare che si intervenga per superare tali carenze al fine di evitare che la situazione si trasformi in una minaccia per la stabilità finanziaria globale».
Sostenuto dai Paesi dell'Europa del Sud, Enria ha battuto sul filo di lana Sharon Donnery, vicegovernatore della Banca d'Irlanda appoggiata dagli Stati del Nord e data come favorita fino a pochi giorni fa quando l'assenza del leghista Marco Zanni all'Europarlamento ha fatto mancare il voto decisivo per portare in pole position Enria, producendo un sostanziale pareggio tra i due candidati. «Avere passaporto italiano non basta», aveva sottolineato Zanni su Twitter. Già in passato Enria è stato contestato per i criteri scelti dall'Eba per gli stress test dell'ottobre 2014 che avrebbero penalizzato eccessivamente gli istituti italiani (con le bocciature, comunque giustificate, di Carige e Mps) favorendo invece qualche banca tedesca.
Di certo, in plancia di comando alla Vigilanza di Francoforte ora siedono due italiani: Enria e il presidente della Bce, Mario Draghi. Ma solo temporaneamente perché Draghi lascerà l'Eurotower nell'ottobre del 2019 e le grandi manovre per trovare il suo successore sono partite da tempo. La stessa nomina di Enria è comunque frutto di una mediazione tra Paesi membri anche alla luce dei futuri equilibri al vertice delle altre istituzioni. La sconfitta di Donnery potrebbe spianare la strada al suo capo, l'attuale governatore della banca centrale di Dublino, Philip Lane, in corsa per sostituire il capo economista della Bce, Peter Praet, che concluderà il suo mandato a giugno 2019. Ma il posto più ambito è quello di Draghi: la Germania ha da tempo indicato l'attuale presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, ma potrebbe optare per la guida della Commissione Europea (schierando, dice qualcuno, Angela Merkel in caso di scioglimento del governo tedesco). Così verrebbe liberata la strada alle mire francesi sull'istituto di Francoforte.
Intanto, l'Autorità europea dei mercati finanziari (Esma) ha nominato il Commissario Consob, Carmine Di Noia, presidente del Comitato per l'analisi economica e dei mercati.
L'organismo contribuisce alla missione dell'Esma, monitorando gli sviluppi nei mercati, valutando i rischi sistemici e fornendo le analisi economiche di base per i compiti generali dell'autorità europea. Di Noia subentra all'ex presidente Consob, Mario Nava, che ha ricoperto lo stesso incarico tra maggio e settembre di quest'anno prima di lasciare la Commissione.
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