Ultim'ora
Autonomia, ok dalla Cassazione al referendum per abrogazione
Ultim'ora
Autonomia, ok dalla Cassazione al referendum per abrogazione

L'Ue tende la mano alla Grecia: "Nuove proposte buona base". Ma si prende ancora tempo

Tsipras presenta un nuovo piano per evitare il default e l'uscita dall'euro. Oggi il vertice Ue e Bce ma l'accordo tra Atene e i creditori slitta ancora

L'Ue tende la mano alla Grecia: "Nuove proposte buona base". Ma si prende ancora tempo

La crisi greca è arrivata a un bivio. O Atene troverà un accordo con i creditori o porterà l’Europa in quelle "acque inesplorate" evocate dal presidente della Bce, Mario Draghi, le cui correnti potrebbero trascinare la Grecia verso il default e l’uscita dall’euro, con effetti economici e conseguenze politiche difficilmente prevedibili, ma certamente non piacevoli, per l’intera Eurozona. Alexis Tsipras e i creditori internazionali potrebbero arrivare a un compromesso con reciproci avvicinamenti dopo la bocciatura da parte della commissione europea del piano presentato il 10 giugno scorso. Ma la strada è ancora lunga. E in salita.

"Le nuove proposte - commenta Martin Selmayr, capo di gabinetto del presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker - sono una buona base per fare progressi". Salvo poi lo stesso Juncker frenare: "Ancora non ci siamo. Non so se troveremo un accordo già oggi". Gli occhi di tutti gli investitori sono puntati sull'Eurogruppo e l'Eurosummit, le riunioni dei ministri delle Finanze e dei capi di Stato dell’Eurozona. Qui si discute delle misure proposte da Atene per sbloccare nuovi aiuti e scongiurare così il default, in arrivo insieme agli 1,6 miliardi di euro di prestiti dovuti all’Fmi in scadenza a fine giugno. Ieri Tsipras ha messo a punto un nuovo pacchetto di misure che mira a raggiungere per il 2015 un avanzo primario dell’1% sul pil e centrare il target di una avanzo del 3,5% per il 2018, proprio come chiedono i creditori. Per farlo il governo ha previsto anche un innalzamento delle tasse e l'adozoione di misure fiscali permanenti pari al 2% del pil a fronte del 2,5% chiesto dai creditori. Il piano prevede, infatti, di incrementare la tassa di solidarietà estendendola a chi guadagna più di 30mila euro all’anno e alle imprese che registrato utili per più di 500mila euro per alleviare le disperate condizioni di una fascia di popolazione aumentata drammaticamente nei sette anni di austerity. Tsipras insiste, poi, per avere tre aliquote Iva mentre i creditori puntano a due aliquote: una del 23% standard e una dell’11% per i beni di prima necessità come cibo e medicine. Atene sarebbe, infine, pronta a bloccare i prepensionamenti a partire dal primo gennaio 2016 con una conseguente riduzione della spesa previdenziale contemporaneamente alzerebbe gradualmente l’età pensionabile a 62 anni.

Tutte misure che non sembrano convincere il ministro tedesco Wolfgang Schaeuble: "Non c’è niente di nuovo, non abbiamo ricevuto proposte di sostanza dalla Grecia, non si può preparare un summit senza di esse". La Germania, d'altra parte, non è l'unico membro dell'Unione europea a nutrire forti perplessità sul piano presentato da Tsipras. "C’è stata una grande confusione da parte dei greci con l’invio di diverse proposte nella notte - commenta il ministro delle Finanze irlandese Michael Noonan - è stato dificile fare progressi". Due versioni, una arrivata nella notte e una in mattinata, "ma con differenze minime tre i due documenti". Tanto che la decisione finale è stata rimandata al prossimo round che si terrà giovedì prossimo, prima del vertice europeo. "Le proposte greche sono un passo accolto con favore ma serve altro lavoro con le istituzioni - spiega il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis al termine dell’incontro di oggi - l'Eurogruppo si riunirà di nuovo in settimana, ci serve un accordo nei prossimi giorni". Il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha comunque fatto sapere che "l’obiettivo è raggiungere un accordo entro la fine di questa settimana".

Dai massimi di metà aprile, raggiunti sulla spinta del Qe della Bce, i listini europei hanno già perso circa 600 miliardi di euro di capitalizzazione, equivalenti alla flessione del 6,88% registrata dall’indice paneuropeo Dj Stoxx 600. Mentre i titoli di Stato, nonostante l’ombrello aperto dalla Bce, hanno visto i loro rendimenti riprendere a salire. "I paesi dell’area dell’euro con merito di credito più basso", ha sottolineato la Bce nell’ultimo bollettino economico, hanno visto crescere lo spread sulla Germania a causa "soprattutto dalle incertezze che circondano l’accesso ai finanziamenti della Grecia", con un aumento di "circa 40 punti base in Spagna e Italia e di circa 60 punti base in Portogallo". Le preoccupazioni su Atene hanno per ora solo eroso i guadagni messi a segno dalle borse nel 2015, ancora ampiamente in territorio positivo con Milano maglia rosa (+19,4) davanti a Parigi e Francoforte (+12%). E anche lo spread con il bund, nonostante le recenti tensioni, resta attorno a 150 punti base sia per i Btp che per i Bonos, con rendimenti inferiori al 2,3%. Discorso diverso per la Grecia, dove la borsa di Atene ha perso il 17% da inizio anno e l’accesso al mercato è precluso al governo da rendimenti che raggiungono il 27,5% per le scadenze a due anni e il 12,1% per quelle a dieci anni.

Senza considerare la crisi di liquidità del sistema bancario, mantenuto in vita da dai prestiti d’emergenza della Bce. Ma se lo spettro della Grexit dovesse materializzarsi, mettendo in discussione il dogma dell’irreversibilità dell’euro, anche per l’Europa le conseguenze sarebbero dolorose.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica