Lufthansa si tira fuori dal caos Alitalia

La compagnia perde 300 milioni. I tedeschi: "Senza tagli, solo una partnership"

Lufthansa si tira fuori dal caos Alitalia

Lufthansa si è chiamata ufficialmente fuori da un investimento diretto in Alitalia. Restano, pertanto irrisolti, tutti i nodi relativi alla compagnia aerea che, a detta del commissario straordinario, brucia «circa 300 milioni di euro l'anno di cassa». Ecco perché il governo, non esclude l'ipotesi di prorogare oltre il termine del 31 maggio, quando scadrà il prestito ponte da 400 milioni di euro, la gestione commissariale auspicando un nuovo coinvolgimento di Ferrovie dello Stato. È questo, in estrema sintesi, quanto emerso dalle audizioni che ieri si sono svolte alla commissione Trasporti della Camera.

«Nonostante gli incontri positivi e gli intensi lavori avvenuti recentemente con i vari esponenti delle Ferrovie dello Stato e di Atlantia non abbiamo finora trovato un piano comune che consenta a Lufthansa di proporre un investimento. Per questo proponiamo di iniziare con una partnership commerciale», ha dichiarato Jörg Eberhart, ad di Air Dolomiti e responsabile del vettore tedesco per il dossier Alitalia, aggiungendo che «dal nostro punto di vista un rilancio di Alitalia trarrebbe molti più vantaggi da una partnership che da un investimento una tantum». In pratica, Eberhart ha confermato quanto emerso nelle scorse settimane: Lufthansa non è disposta a scommettere sulla compagnia se non sarà sottoposta previamente a una «cura dimagrante» su personale, velivoli e rotte. «Noi pensiamo che serva subito una ristrutturazione, un compito pluriennale che non si fa in 6 o 18 mesi: bisogna abbassare i costi, aumentare l'uso delle macchine e del personale di volo».

Oltre a confermare la disastrosa situazione di bilancio di Alitalia, il commissario straordinario, Giuseppe Leogrande, ha rinviato il discorso su eventuali alleanze o aggregazioni al nuovo business plan. «Prendo atto del passo indietro di Lufthansa, ma mi riservo di incontrarli», ha detto aggiungendo che «il 31 maggio è un termine essenziale, entro il quale dobbiamo modificare il programma: incontrerò Delta la prossima settimana per riprendere il percorso». Per la cessione, ha precisato, «serve un soggetto con un piano credibile, sappiamo ad esempio le problematiche di Atlantia». Lo sviluppo naturale della procedura, ha proseguito, «è la cessione a terzi, se si riproponesse una cordata con un'offerta la valuteremo, l'alternativa è il conferimento di una newco». Al tempo stesso, sarà necessario siglare una nuova alleanza internazionale perché quella con Sky Team «è scaduta e dobbiamo tornare sul mercato per confermarla o per trovarne una migliore». Leogrande ha annunciato il nuovo direttore generale della compagnia: Giancarlo Zeni, insediato proprio dal commissario alla guida di Blue Panorama durante la fase di amministrazione straordinaria. «Il compenso per il direttore generale sarà identico a quello percepito in Blue Panorama: 250mila euro lordi annui», ha concluso.

«I tempi del decreto devono essere rispettati: se il commissario comunicherà al governo che questo non è possibile, si valuterà», ha sottolineato il ministro delle Infrastrutture, Paola De

Micheli, sottolineando che «una partecipazione di Ferrovie sarà valutata da Ferrovie nel momento in cui si saranno generate le nuove condizioni previste dal mandato del nuovo commissario». La nebbia, perciò, resta fitta.

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