Il gruppo Malacalza contesta a Marco Tronchetti Provera di non aver rispettato il patto parasociale che li lega nella Gpi (le holding a monte di Camfin e Pirelli). E come diretta conseguenza chiede di essere liquidato con il 13% del capitale di Camfin, come previsto dal patto stesso. Tronchetti respinge le accuse e, per risolvere la questione, si apre la strada a un arbitrato. Come noto, Malacalza detiene il 30,9% delle azioni Gpi e Tronchetti il 57,5, mentre la holding controlla il 42,6% di Camfin. Società che a sua volta detiene il 26,2% di Pirelli (calcolando anche la quota del 5,8% della Cam 2012, oggetto del contendere). Malacalza detiene anche un 12% diretto in Camfin, mentre la quota detenuta tramite Gpi vale appunto quel 13% che ora egli reclama.
La mossa dei Malacalza, l'ultima della serie iniziata in agosto, cioè quando la famiglia genovese ha iniziato a litigare con Tronchetti, anticipa i termini della rottura dell'alleanza ponendo il tema del «mancato rispetto» del patto: la disdetta dell'accordo, che scade il 20 luglio, è prevista per il 20 gennaio. Così, invece, i Malacalza passano subito all'attacco e accusano il socio, ponendo forse anche le basi per un'azione civile futura. Per questo il gruppo di Tronchetti ha subito replicato che il patto è stato rispettato e che le pretese dei genovesi, «pretestuose e infondate», non troveranno accoglimento in sede di arbitrato.
I punti alla base della contestazione sono due e riguardano il nodo su cui è nata la contesa: l'emissione da parte di Camfin del bond da 150 milioni convertibile in azioni Pirelli. Per i Malacalza, che invece chiedevano un aumento di capitale, la procedura di emissione del bond ha generato due violazioni del patto. La prima è l'incremento del debito Camfin oltre la soglia dei 40 milioni senza effettuare le consultazioni previste in questo caso; la seconda è il trasferimento di azioni Pirelli (quelle al servizio del bond, passate a Cam 2012), che prevedeva anch'esso un periodo di consultazione tra le parti. Il 13% che reclamano è equivalente alla scissione proporzionale di Gpi, come previsto dai patti. Ma i genovesi puntano a quel pacchetto anche al di fuori della scissione.
Tronchetti, invece, contesta entrambi i punti. Sul primo, essendo il debito Camfin in scadenza pari a 132 milioni e il bond di 150, l'incremento è minore. E tale rimane anche calcolando gli impegni di Camfin verso la partecipata Prelios. Mentre gli interessi non rappresentano debito ma costi «operativi».
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