La manovra di bilancio atterra ai lavori in Commissione alla Camera dopo il via libera del Senato, ma sarà un passaggio poco più che formale anche perché il tempo stringe e la fine dell'anno è vicina. In tutto sono 949 gli emendamenti presentati alla Camera per la manovra dai parlamentari dei diversi gruppi di opposizione. Ben difficile, però, che vengano presi realmente in considerazione. Il percorso è già tracciato: la Commissione tornerà a riunirsi oggi alle 9,30 per passare al voto delle proposte di modifica ammesse alle 10,30. Il testo verrà quindi trasmesso, oggi stesso, all'assemblea di Montecitorio, convocata per le 16 per la discussione generale in vista dell'apposizione della questione di fiducia intorno alle 19 (verrà votata domani alla stessa ora). L'approvazione definitiva della manovra, senza modifiche rispetto al testo licenziato dal Senato, è atteso entro le 13 di martedì 30 dicembre.
Giunge quindi al capitolo finale una manovra difficile e con spazi di spesa risicati, ma che alla fine è riuscita comunque a mettere a terra provvedimenti per sostenere il ceto medio e le imprese preservando l'obiettivo di uscire dalla procedura per deficit eccessivo già nel 2026 come promessa dal ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti. Ci sono le riduzioni dell'Irpef e la rottamazione, gli alleggerimenti per i rinnovi contrattuali per i redditi bassi. A fronte di 7,9 miliardi di minori entrate, ci sono 9,6 miliardi di maggiori entrate. I nuovi prelievi fiscali fanno leva in gran parte sul contributo di banche e assicurazioni, in una sorta di riequilibrio tributario. A queste, si sono aggiunti in una seconda fase il prelievo di 2 euro sui piccoli pacchi extra-Ue, l'aumento delle accise dei carburanti e quelle dei tabacchi, la cedolare sugli affitti brevi che sale dalla seconda casa locata in poi.
I dati - che prevedono come copertura anche 6,7 miliardi di tagli di spesa, soprattutto dai ministeri, e una rimodulazione da 5 miliardi del Pnrr - mostrano un valore complessivo della Finanziaria di 22 miliardi. Per i contribuenti le note positive riguardano l'Irpef con la seconda aliquota che cala dal 35 al 33%. Il beneficio si attesta a 440 euro l'anno e viene sterilizzato a 200mila euro con il taglio delle detrazioni. Rimangono poi i bonus su ristrutturazioni ed energia: al 50% sulla prima casa, al 36% sulle seconde case. A questi è legato il credito d'imposta al 50% per l'acquisto di mobili e grandi elettrodomestici (fino a 5.000 euro).
Ma l'alleggerimento fiscale premia anche chi ha ricevuto cartelle dal fisco: la rottamazione che arriva ora al 31 dicembre 2023 vale 1,48 miliardi. C'è infine l'iper-ammortamento per le imprese che migliorano l'impatto energetico con investimenti green (237,7 milioni nel 2026, 842,6 milioni nel 2027, 1.445,2 milioni di euro per il 2028).MaNe