Marchionne: "Serve un piano Marshall per l'Italia"

L'ad Fiat assicura: "Non chiuderemo gli impianti in Italia, in 4 anni Fiat sarà a pieno regime"

Marchionne: "Serve un piano Marshall per l'Italia"

Per rilanciare il nostro Paese serve un "piano Marshall". Ne è convinto l'ad Fiat Sergio Marchionne, intervenuto all’assemblea di Confindustria di Firenze. "C’è bisogno di un grande sforzo collettivo per condividere responsabilità e sacrifici per dare all’Italia la possibilità di andare avanti, una specie di patto sociale che cancelli opposizioni e distinzioni ideologiche. Chiamatelo il piano Marshall italiano, o come volete", ha aggiunto. "Il punto è che dobbiamo varare un piano di coesione nazionale per la ripresa economica. Tutti devono partecipare, dalla politica ai sindacati, alle associazioni di categoria alle università". Su una cosa Marchionne non transige: "È inutile indicare la Germania come causa dei nostri mali. Ha solo trovato la strada per essere più competitiva".

Per il capo della Fiat "gli italiani che devono affrontare le difficoltà di tutti i giorni aspettano decisioni e leggi che incidono positivamente sulla loro quotidianità. E questi argomenti sono certamente quelli di tipo economico e quelli che riguardano il lavoro". Per questo, spiega Marchionne, "quello che posso dire al Governo è: scegliete le cinque cose più importanti, cinque cose che si possono fare ora. Datevi 90 giorni di tempo per realizzarle e poi passate alle cinque successive". Dal punto di vista delle imprese, invece, le priorità del piano Marshall italiano sono, tra le altre, la semplificazione e la riforma di "un sistema giudiziario lento e inefficiente, con tendenze a volte anti industriali". Alle imprese, inoltre, "piacerebbe anche vedere comportamenti per limitare le spese e gli sprechi, della politica e della pubblica amministrazione".

Fiat, prosegue Marchionne, "non è più quella del 2004, ma è considerata ancora una azienda italiana che si porta dietro tutti i pregiudizi, come quelli sulla qualità dei prodotti e quello di vivere alle spalle dello Stato con aiuti pubblici. Abbiamo creato lavoro e benessere, e continuiamo a investire e credere nell’Italia". Poi snocciola alcune cifre: "Dal 2004 Fiat e Fiat industrial hanno dedicato all’Italia oltre 23 miliardi e ricevuto agevolazioni nazionali ed europee per circa 742 milioni di euro, agevolazioni disponibili a tutti i gruppi europei. Abbiamo creato lavoro e benessere e continuamo a credere nell’Italia". E sul fronte occupazionale aggiunge: I"l progetto di Fiat per la produzione in Italia porterà in 3-4 anni al pieno impiego dei lavoratori".

L’amministratore delegato del Lingotto ha ribadito che non ci saranno chiusure di impianti produttivi in Italia: "La Fiat si è accollata le sue responsabilità, gli analisti e opinionisti consigliano che chiudendo uno o due stabilimenti in Italia ci consentirebbe di risolvere il problema della nostra sovracapacità produttiva, invece abbiamo deciso che non chiuderemo nessun stabilimento in Italia".

Marchionne lancia anche un appello per rafforzare le istituzioni europee: "L’Europa deve compiere un salto di qualità per rafforzare la propria unione». Per farlo, ha spiegato il manager, è necessario che gli Stati cedano"«parti di sovranità per condividere le scelte", soprattutto in materia di strategie economica e per arrivare "a costruire gli Stati uniti d’Europa". Per Marchionne un’altra occasione non colta appieno è l’euro: "Non abbiamo sfruttato completamente i vantaggi offerti dalla moneta unica", tanto che, per esempio, la spesa pubblica è rimasta elevata, nessuna riforma di sostanza è stata approvata, a parte le pensioni, e adesso ci ritroviamo con un Paese obsoleto".

"Polemica con Firenze? Dovuta a un problema di lingua..."

"Oggi starò attento a non usare nessuna parola inglese", dice Marchionne, ricordando le polemiche con la città ed il sindaco Renzi dello scorso ottobre. Colpa di una frase in inglese, pronunciata da altri, "registrata da un cosiddetto giornalista, malamente tradotta e addossata a me. Chi mi ha attribuito quei giudizi ha fatto, come si direbbe qui, una bella bischerata", dice. E sottolinea quindi "l’importanza di una città che per arte, cultura, e scienze, non ha uguali al mondo". Pace fatta, dunque? Staremo a vedere.

Di sicuro con il sindaco i rapporti sono buoni: l’ad Fiat ha sottolineato con un ’convintò applauso il passaggio di uno dei relatori in cui, rivolgendosi alla platea, ha detto: "Dovete essere orgogliosi di avere un sindaco come Renzi". Al termine dell’assemblea Marchionne ha anche detto, scherzando, di aver parlato con Renzi: "Ho tentato di vendergli una nostra macchina...".

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