Marchionne si scusa per il maglione

L'ad di Fca: "Viaggio molto, non posso sprecare tempo"

Marchionne si scusa per il maglione

Stavolta l'uomo che non deve chiedere mai ha chiesto. Ha chiesto scusa. Sabato sera Sergio Marchionne era l'ospite d'onore alla serata di gala per il 40mo anniversario della Niaf (National Italian American Foundation), la più famosa associazione culturale degli italiani d'America. Al Washington Marriott Wardman Park Hotel doveva ricevere il premio per il business internazionale. Tra un mare di smoking e papillon, l'ad di Fiat-Chrysler e presidente della Ferrari si è presentato indossando uno dei suoi maglioncini neri comprati in serie su Internet. Il colore era coordinato con gli abiti da sera dei partecipanti, il resto no. Marchionne però ha chiesto scusa alla platea che lo applaudiva. «È il nuovo “dress code” internazionale», si è giustificato: la divisa del manager sempre in viaggio, sempre al lavoro, sempre in azione. «Forse non sono vestito adeguatamente - ha aggiunto - ma è perché passo molto tempo viaggiando e non posso sprecare ore di lavoro». L'amministratore delegato di Fiat-Chrysler arrivava da Londra, oggi sarà in California e mercoledì a New York, giorno della quotazione della Ferrari a Wall Street. Una telefonatina dello staff gli avrebbe sicuramente procurato un abito da cerimonia. Il messaggio dell'italo-canadese che ha raddrizzato le sorti della Casa torinese e le finanze della famiglia Agnelli è chiaro: nessun cedimento alla forma per badare unicamente alla sostanza. I suoi maglioni sono tutti neri, tutti uguali, tutti «no logo» per evitare concessioni alla moda. Li acquista in stock su Internet e li tiene pronti in ogni posto dove atterra. L'unica variazione sul tema è in estate, con il caldo, quando veste delle polo anch'esse nere.

I girocollo di Marchionne hanno infranto i rigidi schemi sabaudi del Lingotto prima, e delle piazze finanziarie poi. Un segno permanente di cambiamento, un codice preciso di riconoscimento come il dolcevita scuro, i jeans e le scarpe da ginnastica chiare di Steve Jobs: basta gessati da avvocati d'affari, via le camicie e le bretelle da broker di Borsa, la Fiat dev'essere il luogo del lavoro, della praticità, della normalità. Sabato si sono aggiunte le scuse: la convenienza imporrebbe lo smoking, tuttavia Marchionne non ha voluto mostrarsi diverso da quello che è ogni altro giorno in ogni altro angolo del mondo. Ed è andato dritto al punto anche quando, a margine della serata di gala, gli è stato chiesto un commento sulle recenti valutazioni di Standard & Poor's, che ha frenato su una possibile fusione tra Fca e General Motors. «Con tutto il rispetto per S&P, non ne capiscono nulla», ha tagliato corto Marchionne.

Ma alla cerimonia di Washington un altro colore si è affiancato al nero degli smoking e del maglione: il rosso Ferrari pronto per lo sbarco a Wall Street. «Un grandissimo marchio - ha detto il numero uno di Maranello - su questo non ci sbagliamo». Il simbolo della quotazione è «Race», cioè gara. «L'ho scelto io - ha precisato Marchionne perché «Red» (cioè rossa, ndr ) non era disponibile». Investitori e analisti lo comprenderanno? «Assolutamente sì - è stata la risposta -. È uno dei punti forti del marketing Ferrari». Il presidente del Cavallino è certo che il titolo «farà il pieno» al Nyse.

Secondo indiscrezioni, la domanda degli investitori durante il road show è stata infatti da subito forte (gli ordini chiudono oggi) e finirà quindi per superare le 18,8 milioni di azioni poste in vendita. Tanto che si scommette su un ritocco al rialzo fino al 20% della forchetta di prezzo, ora compresa tra 48 e 52 dollari.

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