Mediaset batte Vivendi anche in Olanda

Respinto su tutti i punti l'ennesimo ricorso dei francesi. In Piazza Affari titolo a +4,5%

Mediaset batte Vivendi anche in Olanda

Avanti tutta con Mfe. Mediaset si avvicina alla meta di portare la sede legale in Olanda e di riunire in una unica holding, permettendo così la realizzazione di economie di scala, la società italiana e la controllata spagnola. Ieri infatti il tribunale di Amsterdam ha rigettato l'ennesima istanza di Vivendi con le quali si chiedeva di bloccare l'operazione prevista da Mediaset, fortemente voluta dai suoi vertici, l'ad Pier Silvio Berlusconi e il presidente Fedele Confalonieri.

La corte di Amsterdam ha dunque respinto tutte le richieste di Vivendi, ritenendo che il sistema di voto maggiorato previsto è conforme alla legge olandese e così pure l'intero piano di fusione. E che anche l'esito dell'istanza proposta alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, che dovrà esprimersi sul ricorso dei francesi contro la norma italiana che ha imposto il congelamento del 19,9% della sua quota di Mediaset nel trust Simon Fiduciaria, è, al momento, incerto. Inoltre la nuova entità Mfe non viola le norme olandesi sulla fusione.

Insomma il tribunale olandese avrebbe deciso su quanto scritto nella sentenza presso il Tribunale di Milano, dove la giudice Elena Crugnola ha sottolineato che lo stop all'operazione avrebbe avuto gravi conseguenze su Mediaset, sui suoi azionisti e sui suoi dipendenti.

Ora manca solo il via libera da parte della Corte di Madrid per perfezionare l'operazione anche se Vivendi, come da copione, non si arrende e ha già espresso la volontà di presentare appello verso la sentenza. In settimana erano filtrate notizie di un possibile accomodamento tra le parti con Mediaset pronta a rilevare il 19,9% delle sue azioni che oggi sono in mano a Simon Fiduciaria e a rinunciare a tutti i risarcimenti chiesti a causa del mancato rispetto del contratto che avrebbe portato Vivendi a rilevare la pay tv Mediaset Premium. Insomma una partita complicata che vede contrapposti Mediaset e il suo socio «scomodo» Vivendi, titolare di un 28,8% di azioni ma solo per il 9,9% con diritto di voto, dopo la decisione presa da Agcom in base alla legge italiana che vieta la contemporanea presenza rilevante in società media e di tlc come sono per l'appunto Mediaset e Telecom di cui i francesi detengono una quota del 23,9%. Dopo il giudizio spagnolo, che dovrebbe decidere a breve, Mediaset potrà procedere alla fusione entro i tempi stabiliti dalla normativa cioè il prossimo agosto.

Secondo Vivendi, contrarissima alla fusione perchè, a suo dire, comporterebbe un grave danno agli azionisti di minoranza, «la Corte non ha potuto condurre una discussione completa». Il motivo sarebbe che Mediaset ha presentato solo da pochi giorni una nuova proposta di fusione. E, secondo Vivendi, la nuova proposta deve prima essere esaminata da un notaio.

«Se il notaio dovesse decidere che la fusione può andare avanti - ha scritto Vivendi- possiamo presentare una nuova richiesta di provvedimenti provvisori».

Ieri il titolo Mediaset è salito del 4,5%, forse a significare che il mercato, a questo punto, considera la fusione in discesa.

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