Pier Silvio Berlusconi conferma, ieri a Milano in Banca Imi alla seconda tappa del road show con gli analisti finanziari, che la strada da seguire per Mediaset per uscire dallo scontro con Vivendi, che controlla il 29,9% del Biscione, passerà dal tribunale. «Se ne esce con le vie legali», ha ribadito ieri senza esitazioni.
Insomma, la frase di due giorni interpretata («se arriverà una proposta la valuteremo») come una apertura nei confronti dei francesi tale non era. Una strategia coerente visto che Mediaset ha in mano un contratto firmato la cui risoluzione potrebbe costare a Vivendi fino a 1,8 miliardi. L'ad ha chiarito che non ci sono stati contatti tra Vivendi, Mediaset o Fininvest tranne un incontro chiesto espressamente dall'ad di Vivendi Arnaud de Puyfontaine. «È stato lui - ha spiegato Pier Silvio Berlusconi- a parlare di un'ipotesi Telecom, Vivendi, Mediaset ma a noi una partnership azionaria non interessa». Inoltre, ha tenuto a sottolineare, che Mediaset ha subito un danno enorme: «Non tanto per la mancata vendita, ma per il rallentamento che hanno subito le attività di Premium». La pay tv pesa sui conti del Biscione ed è per questo che la società nel piano triennale ha deciso un ridimensionamento sopratutto sul fronte dell'acquisto dei diritti del calcio. Mediaset parteciperà alle aste di Champions e del Campionato di Serie A ma non ha intenzione di eccedere con le offerte. Del resto la creazione di Premium era stata fatta per contrastare l'espansione di Sky che altrimenti avrebbe aggredito, in maniera sostanziale, anche il mercato pubblicitario. Ma, complice il successo della tv via web, come Netflix, Sky non rappresenta più una minaccia. Anzi potrebbe diventare un potenziale cliente. «Se volesse lanciare una offerta per il calcio sul digitale terrestre - ha aggiunto Pier Silvio Berlusconi- dal 2018 potrebbe essere interessata alla piattaforma tecnologica di Premium come qualunque altro soggetto che si aggiudicasse questi diritti». È però difficile che Sky possa avere i diritti anche per il digitale terrestre visto che una legge vieta la concentrazione di questi ultimi nelle mani di un unico soggetto. A livello di strategia, la pay tv di Mediaset può avere ancora un ruolo importante, ma con un peso diverso.
«La pay tv classica - ha aggiunto l'ad - farà molta fatica nei prossimi anni. Per questo il nostro approccio sarà più opportunistico». Dunque Mediaset va avanti con le vie legali anche se i francesi hanno azioni sufficienti per chiedere la convocazione di un'assemblea straordinaria. «Tutto va comunque ai voti e la maggioranza relativa di Fininvest (che controlla Mediaset con circa il 40% ndr) mi sembra solida» -ha assicurato l'ad.
Certo
è che le vie legali, la prima udienza sarà per il 21 marzo avranno tempi lunghi. Come l'indagine Consob. Lo ha detto il presidente Vegas: «Sul caso Vivendi-Mediaset pendono rogatorie internazionali che richiedono tempo».
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