Tra Mediaset e Vivendi primo round in aula: nuove accuse ai francesi

Fininvest chiede i danni anche per la violazione dei patti parasociali. Se ne riparlerà in estate

Tra Mediaset e Vivendi primo round in aula: nuove accuse ai francesi

La guerra giudiziaria tra Mediaset e Vivendi per l'affaire Premium è approdata al Tribunale di Milano. Ieri mattina nella stanza del giudice dell'ottava sezione civile, specializzata in materia di impresa, Vincenzo Perozziello, la prima udienza. Da una parte i due promotori della causa, Mediaset e Fininvest, dall'altra il colosso francese dei media. Prima il passaggio formale. Il giudice ha riunito i due procedimenti nati da altrettanti esposti delle società italiane. Entrambe le cause infatti nascono dal mancato acquisto della pay tv Mediaset Premium da parte di Vivendi.

In particolare il 19 agosto Mediaset aveva chiesto in un atto «l'esecuzione coattiva del contratto (quello concluso l'8 aprile 2016, ndr) per ordine del giudice e il risarcimento dei danni sin qui subiti stimati per ora in un importo pari a 50 milioni per ogni mese di ritardo nell'adempimento» e comunque «non inferiore a un miliardo e mezzo». Mentre Fininvest chiedeva il risarcimento dei «gravi danni» subiti che «ammontano a una cifra non inferiore a 570 milioni». Ieri i nuovi colpi sferrati dai contendenti. I legali di Vivendi hanno presentato una domanda «riconvenzionale» di risarcimento danni (non quantificato) relativa alla diffamazione che la società francese avrebbe subito dalla «campagna mediatica sfavorevole» della controparte. In risposta gli avvocati di Mediaset hanno depositato una richiesta di risarcimento (pure da definire) per le dichiarazioni considerate diffamatorie rilasciate dall'ad di Vivendi Arnaud de Puyfontaine. Il riferimento è ad alcune interviste al Corriere della Sera e al Financial Times in cui de Puyfontaine dava giudizi non lusinghieri su Premium. Qualche esempio: «Come se ci avessero invitato in un ristorante a 3 stelle e poi ci siamo ritrovati in un McDonald's», «Se mi dici che mi stai vendendo una Ferrari e poi viene fuori che è una Punto, c'è un problema», «Ci siamo resi conto che le informazioni che ci erano state fornite erano ingannevoli e abbiamo cercato un'altra strada per uscire» da questa situazione. La vera novità è che Fininvest ha chiesto un risarcimento per la violazione del patto parasociale da parte dei francesi, parte integrante del contratto per la cessione di Premium. Il patto, che sarebbe diventato effettivo al closing dell'operazione, impediva a Vivendi, che con l'accordo avrebbe ottenuto il 3,5% di Mediaset, di acquisire altre quote nel primo anno e di superare il 5% del capitale di Cologno Monzese nel secondo e terzo anno. Com'è noto invece il gruppo di Vincent Bolloré a dicembre è salito a quasi il 30% di Mediaset. Sulle presunte diffamazioni il giudice si è riservato di decidere, perché tali richieste di risarcimento sono «improcedibili». Il codice infatti obbliga a un tentativo di mediazione prima di arrivare in aula. Solo dopo verrà deciso l'inserimento o meno delle richieste nella causa e riprenderanno così le udienze. Il procedimento entrerà nel vivo nei prossimi mesi e dunque la decisione finale non arriverà prima dell'estate.

Da sottolineare che dopo gli ultimi sviluppi, compresa l'iscrizione nel registro degli indagati per aggiotaggio di Bolloré e de Puyfontaine, i margini per un accordo fuori dalle aule di tribunale sembrano davvero risicati.

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