Mediaset porta Vivendi in tribunale

Il Biscione: «Danni finanziari tangibili». I francesi minacciano una contro-causa

Maddalena Camera

La decisione era nell'aria ma ora, dopo il cda è ufficiale. Per Mediaset la proposta di Vivendi per la cessione della pay tv Premium è irricevibile e per questo la società guidata da Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri è pronta a fare causa. E dunque Tra la famiglia Berlusconi e il gruppo transalpino è guerra aperta dopo che Vivendi ha scoperto le carte mostrando che il suo vero interesse non fosse per la pay tv che continua a perdere soldi, ma direttamente per la casa madre.

Mediaset insomma si sente danneggiata in tutti i sensi. Basta pensare che il primo semestre infatti si è chiuso con un rosso di 27 milioni, imputato dal top management, all'intesa con Vivendi. «Nel secondo trimestre- ha spiegato una nota- sono stati sostenuti esborsi di cassa una tantum, derivanti unicamente dalla firma del contratto pari a 34,6 milioni, mentre i ricavi sono cresciuti».

Ovvio dunque che il cda, riunito per l'approvazione della semestrale abbia respinto la proposta alternativa di Vivendi, ossia acquistare non il 100% di Premium ma solo in 20% e una quota del 15% di Mediaset tramite un prestito convertibile. La proposta è stata giudicata «irricevibile perché incompatibile con il contratto vincolante già firmato». Dal punto di vista tecnico inoltre la salita al 15% del capitale attraverso l'emissione di un convertendo farebbe scendere la controllante Fininvest sotto la minoranza di blocco, trasformando Mediaset in una società, di fatto, contendibile sul mercato.

I vertici del Biscione sono sul piede di guerra. E Vivendi, sentendosi minacciata risponde con la stessa moneta minacciando una causa «per diffamazione» in quanto i contenuti del comunicato Mediaset dell'altro ieri «non corrispondevano a verità».

Quanto a Premium i conti stanno migliorando e, nel secondo trimestre, ha dimezzato le perdite rispetto al primo.

«Però non c'è un piano B e il contratto va rispettato- ha detto il direttore finanziario Marco Giordani- e faremo il possibile perché venga rispettato». I sei mesi per Mediaset si erano chiusi positivamente grazie anche alla ripresa del mercato pubblicitario.

In Italia i ricavi, pari a 1 miliardo di euro, sono cresciuti del 3,7% mentre in Spagna dove la ripresa economica è sempre decisa, il fatturato pubblicitario della controllata iberica si è attestato a 508 milioni di euro rispetto ai 473,2 milioni dell'esercizio precedente con una crescita del 7,3%.

Mediaset ha comunque chiarito che sul 2016 «potrebbero pesare gli impatti negativi conseguenti sia ai ritardi decisionali sull'operatività di Mediaset Premium, causati dal cosiddetto interim management, dovuto al rispetto dei termini del contratto con Vivendi, sia alle decisioni commerciali e operative prese dalla stessa società francese e non previste nel budget originario elaborato invece dai vertici di Mediaset per la pay tv».

Da segnalare che Giordani ha comunque confermato i target del 2016.

«Se ci saranno altri costi straordinari- ha detto- legati allo scontro con Vivendi per la questione della pay-tv - ha detto- cercheremo di coprire i costi addizionali con ulteriori risparmi», ha risposto agli analisti». La società ieri in Borsa ha sofferto chiudendo in calo del 2,83% a 2,954 euro.

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