Economia

Mediaset vince in tribunale, Vivendi ko

Transalpini pronti al ricorso, domani assemblea in Spagna, il 10 udienza in Olanda

Mediaset vince in tribunale, Vivendi ko

Mediaset si aggiudica il round contro Vivendi al tribunale di Milano. Il giudice Elena Riva Crugnola ha infatti rigettato i ricorsi presentati da Vivendi e Simon Fiduciaria, dichiarando che le delibere del 4 settembre e del 10 gennaio per la creazione della holding di diritto olandese Mfe sono valide. E dunque il progetto di costituzione della holding, annunciato lo scorso giugno, può procedere in Italia. In Spagna, invece, devono essere ancora votate (l'assemblea è prevista domani) le modifiche allo statuto che dovrebbero consentire, come già accaduto in Italia, al progetto di proseguire. Dopo l'assise iberica, che dovrà votare le modifiche allo statuto della holding olandese eliminando i punti «anti-Vivendi», giovedì 6 febbraio, è prevista l'udienza di merito davanti alla Corte di Madrid sulle delibere del progetto Mfe approvate il 4 settembre. L'efficacia delle delibere spagnole è stata sospesa con provvedimento cautelare della stessa corte in ottobre. L'udienza di merito, inizialmente prevista a gennaio, è stata rinviata proprio per attendere l'esito dell'assemblea del 5 febbraio. Probabile che, in caso di approvazione delle modifiche da parte dei soci di Mediaset España, i legali di Vivendi, che è azionista anche della controllata spagnola, impugnino la nuova delibera assembleare, come in Italia, chiedendone la sospensione.

Il contenzioso, comunque, è ben lungi dall'essere terminato. Infatti Vivendi ha già annunciato il ricorso contro l'ordinanza milanese. Inoltre il 10 febbraio partirà anche il procedimento ad Amsterdam: davanti alla Corte olandese Vivendi ha avviato una azione legale anche essa volta a sospendere l'operazione Mfe.

Quanto all'ordinanza milanese il giudice ha spiegato che un eventuale danno per Vivendi sarebbe stato soprattutto economico, mentre per Mediaset la nascita della holding olandese MediaforEurope è «cruciale per il proseguimento dell'attività imprenditoriale». E dunque per il giudice ci sarebbe una maggior rilevanza del pregiudizio che si verificherebbe in capo a Mediaset, in caso di accoglimento delle istanze cautelari «che per questo - ha scritto - vanno rigettate». Allo stesso modo, si «comporta poi anche il rigetto della istanza cautelare formulata in via subordinata da Vivendi per la sospensione delle delibere impugnate fino all'esito del giudizio pendente avanti la Corte di giustizia europea, giudizio che - ha scritto il giudice - non potrebbe comunque assumere rilevanza».

All'udienza di sabato scorso Mediaset era rappresentata dal responsabile degli Affari legali Pasquale Straziota e da un gruppo di studi legali tra i quali Erede, De Nova, Roberti e Bellitti. In quella sede i componenti del cda di Mediaset Marina Brogi e Marco Giordani (che è anche Cfo del Biscione) hanno affermato che «il consiglio si è mosso nell'ottica di portare a termine l'operazione di fusione che, per convinzione degli organi sociali, porterà valore per tutti gli azionisti oltre che, ovviamente, per la società stessa. Dagli stessi documenti prodotti in causa anche da Vivendi risulta come l'operazione di fusione sia indispensabile per la crescita dell'impresa, crescita a sua volta necessaria nell'attuale situazione dei mercati, nella quale l'unica via per non perdere valore è quella di sfruttare le sinergie. Il blocco comporterebbe dunque un grave pregiudizio a Mediaset e a tutti i suoi dipendenti». Per sbrogliare la matassa sarà, infine, decisivo il giudizio in Spagna: in base al diritto olandese l'operazione, infatti, deve essere conclusa entro il 19 marzo.

Ieri il titolo Mediaset in Borsa ha guadagnato lo 0,88% chiudendo a 2,408 euro.

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