da Milano
I grandi soci di Mediobanca esprimono fiducia unanime nei confronti di Cesare Geronzi e mettono in soffitta Consortium. In poco più di unora il patto di sindacato di Piazzetta Cuccia ha così risolto due partite delicate per il gruppo milanese. Dove a questo punto, dopo il periodo di sospensione conseguente allinterdizione firmata dal Tribunale di Parma nellambito delle inchieste Parmatour e Ciappazzi, Geronzi si prepara a tornare alla vicepresidenza.
Una conferma della squadra di vertice avallata ieri dal patto che ha anche deciso laddio «storico» a Consortium, la società utilizzata nel 2001 per risistemare le partecipazioni nella stessa Mediobanca e in Generali che facevano capo a Lazard.
Lassemblea del patto ha valutato «allunanimità» che gli elementi «a oggi disponibili non fanno venir meno il rapporto fiduciario con il dottor Geronzi, non ravvisando conseguentemente motivi per uneventuale revoca dalle cariche ricoperte in Mediobanca», si legge in una nota emessa al termine della riunione, che ricalca quanto avvenuto allinterno di Capitalia per il reintegro del banchiere alla presidenza. Gli azionisti stabili di Piazzetta Cuccia, che controllano il 54% del capitale della banca, voteranno quindi contro la revoca di Geronzi allassemblea convocata lunedì prossimo alle ore 10 e che sarà preceduta da un comitato esecutivo. Quanto a Consortium, il patto ha preso atto che ormai in pancia alla società è rimasta soltanto la quota sindacata, pari al 4% del capitale dellistituto (oltre che lo 0,50% di Generali), e ha «autorizzato lo scioglimento della stessa o altre operazioni finalizzate ad attribuire ai soci la titolarità diretta delle azioni Mediobanca, in proporzione alla partecipazione degli stessi al capitale di Consortium». La soluzione allo studio sarebbe quella di una scissione. Azionisti della società sono, con il 31,24% ciascuna, Capitalia e Unicredit, insieme ad Angelini (5,53%), Fonsai (4,15% più un altro 1,38% tramite la Milano), Mediolanum (4,08%) e Commerzbank (3,59%). Italmobiliare, Minozzi, Poligrafici, Fiat, Telecom e Pirelli detengono il 2,76% a testa, mentre un altro 2,22% è in mano a Marcellino Gavio.
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