
Nonostante le bordate del socio Francesco Gaetano Caltagirone, il Patto di consultazione che controlla l'11,8% di Mediobanca non si scompone e tira dritto nonostante i mille dubbi. Gli aderenti, da quanto si apprende da una nota divulgata dopo la riunione di ieri mattina, hanno detto di aver «apprezzato il forte razionale industriale e finanziario alla base dell'operazione» con la quale Piazzetta Cuccia vorrebbe scambiare il suo 13,1% di Generali con il controllo totale di Banca Generali generando così un polo nazionale della gestione patrimoniale. Anche se, da quanto risulta a Il Giornale, il voto dei pattisti non sarebbe stato unanime: quattro soci, tra cui Beniamino Gavio e Romano Minozzi, non hanno voluto votare il documento comune. Fatto che si ricava anche dalla nota ufficiale che glissa sul tema.
L'assemblea dei soci, chiamata a esprimersi sull'operazione, si terrà quindi regolarmente il 16 giugno, nonostante la richiesta di rinvio arrivata dal gruppo Caltagirone il quale aveva fatto notare la carenza di informazioni circa gli accordi di distribuzione tra Mediobanca e Generali che nascerebbero a cose fatte, particolare ritenuto dirimente dall'imprenditore romano (che controlla il 7,8% di Piazzetta Cuccia) per una completa valutazione da parte degli azionisti. La nota della Vm 2006, il veicolo di Caltagirone, si era spinta a chiedere un intervento della Consob. Richieste che erano state respinte da Mediobanca, che aveva sostenuto di aver agito, al contrario, per la trasparenza poiché trattare gli accordi avrebbe richiesto tempi più lunghi. Senza foirnire altri dettagli.
L'assemblea dei pattisti di ieri è iniziata con la notizia e il cordoglio dei soci per la scomparsa di Angelo Casò (nella foto), il commercialista classe 1940 alla presidenza del Patto di Mediobanca dal 2010. Il professionista è stato legato a Piazzetta Cuccia per quattro decenni, anche come consigliere oltre agli incarichi nel collegio sindacale. È stato inoltre nei collegi di società vicine, dalla Indesit dei Merloni a Vittoria Assicurazioni sino a Benetton. Al suo posto, con voto unanime, Alberto Pecci è stato nominato presidente del Patto fino alla scadenza nel 2027. All'incontro, durato meno di due ore, erano rappresentati tutti i soci, da Mediolanum al gruppo Pecci, per lo più in videoconferenza, per ascoltare l'amministratore delegato, Alberto Nagel, illustrare il senso dell'Ops sulla controllata di Generali. Una mossa difensiva nei confronti dell'offerta di Mps, che potrebbe determinare la fine di 17 anni di regno da parte di Nagel sull'istituto.
I pattisti saranno liberi di esprimersi in assemblea secondo coscienza. Sarà in ogni caso il mercato a decidere da che parte penderà la bilancia, con il 50% dell'istituto distribuito fra investitori istituzionali e piccoli risparmiatori. Una sfida che si preannuncia complessa.